forse più propriamente ai tempi tardi (tav. 148). La ragguardevole maestria cui giunsero gli artigiani nel Nuovo Regno, unitamente alla qualità ed alla eleganza di forme, spesso innovative, che si aggiunsero alle molte già in uso da tempo, fanno sì che i ritrovamenti effettuati a Deir el Medina, grazie all’opera degli italiani prima, dei francesi poi, siano da considerarsi a tutt’oggi i più importanti e significativi. Infatti proprio da questa vasta area archeologica, che comprende sia il sito dell’antico villaggio operaio, operante per quasi cinque secoli dal 1520 al 1070 a. C. circa, sia la necropoli, ricavata sulle pendici della Valle, proviene la maggior parte dei prodotti ottenuti con il lavoro ad intreccio, che si possono ancora ammirare nel nostro come in parecchi altri musei. Nei panieri a grande dimensione il fascio di fibre vegetali, da avvolgersi a spirale a partire dalla base a chiocciola o a rosone, era costituito solitamente da steli di palma da datteri o giunco, mentre strisce ricavate dalle foglie di palma dum, oppure lino od erba alfa facevano da trefolo di avvolgimento. Si diffondono forme peculiari come quella del paniere ellissoidale, che talora si restringe in alto, come si può vedere nell’esemplare (S. 7723) conservato a Torino, frutto delle campagne di scavo di E. Schiaparelli a Deir el Medina nel 1905-1906 (tav. 151). Fra le altre caratteristiche poste in rilievo da B. Bruyère, l’archeologo francese che subentrò a Schiaparelli nell’indagine sistematica del sito di Deir el Medina, sono l’impiego di legature verticali sulle pareti del cesto, per rinforzo oltreché per decorazione, e la presenza di un bordo interno, appena sotto l’orlo, per sorreggere il coperchio. Ma è ancora una volta dal corredo funerario di Kha, già più volte ricordato in questo capitolo, che ci giunge quel complesso di informazioni e di reperti in ottimo stato di conservazione, tale perciò da consentirci una ricognizione abbastanza puntuale circa le abitudini domestiche di un individuo appartenente a quella che oggi si 114 149. Interno della tomba intatta di Kha a Deir el Medina (XVIII dinastia) come apparve, al momento della sua scoperta, a Schiaparelli nell’anno 1906. Sulla sinistra, in basso, si notano due grandi cesti di palma intrecciata ed il grosso bastone atto a sorreggerli.