Bari, Pinacoteca e Museo Provinciale di Arte Medioevale e Moderna 222 <P*®EW 268 * Il primo passo nella costituzione della Pinacoteca barese avvenne nel 1891, quando, con regio decreto di quell’anno, si raccolsero presso il già funzionante Museo Archeologico provinciale alcune opere d’arte provenienti da monasteri soppressi e da edifici sacri del territorio barese. Questa sezione di arte medioevale e moderna si avviò poi a una vita autonoma da quella della raccolta archeologica con l’atto deliberativo della Provincia di Bari del 12 luglio 1928, istitutivo, appunto, del nuovo organismo museale. Esso fu ospitato inizialmente nei locali della Prefettura, corrispondenti al complesso monumentale dell’ex convento dei Padri Domenicani, finché, con la costruzione del nuovo Palazzo degli uffici della Provincia, nel 1935-36, passò a occupare gli ambienti in cui è sito ancor oggi. Il nucleo originario della collezione registrò una sensibile crescita proprio nel periodo che coincise pressappoco con il trasferimento nella nuova sede. Alle opere acquistate sul mercato e a quelle ottenute in deposito dai maggiori Musei nazionali d’arte antica di Roma e di Napoli, si aggiunsero infatti diverse donazioni, tra le quali si segnalano particolarmente quelle effettuate dalla vedova dell’artista barese Damaso Bianchi (Bari, 1861- 1935), nello stesso anno della scomparsa del pittore (sessanta suoi lavori, tra quadri e disegni), dal noto scultore Filippo Cifariello (Molfetta, 1864 - Roma, 1936), nel 1936, e dal collezionista, mecenate e amico di artisti pugliesi Riccardo Ferrara, nel 1937. Attraverso questi canali la giovane istituzione fu presto in grado di documentare un discreto arco del panorama artistico regionale, soprattutto otto-novecentesco. Dopo la crisi del periodo bellico e post-bellico, la netta ripresa avviatasi con gli anni Sessanta e l’acquisizione di esemplari di particolare valore legati alla cultura figurativa pugliese e meridionale dei secoli XI-XVIII hanno dilatato gli ambiti cronologici della collezione e il suo livello qualitativo, conferendole un ruolo apprezzabile per la conoscenza dell’arte locale dal Medioevo a oggi. Con l’importantissima donazione Grieco, ricevuta nel 1987, sono entrate, poi, a far parte del patrimonio museale opere pittoriche di pregio di maestri macchiaioli (Fattori, Lega, Abbati, Signorini, Borrani, Banti), di divisionisti (Pellizza da Volpedo, Morbelli) e di altri grandi artisti dell’Ottocento e del Novecento (Zandomeneghi, Boldini, De Pisis, Morandi, ecc.). La storia della formazione del piccolo fondo di disegni