272. Coll. Pierpont Morgan: Adriaen van de Velde, Paesaggio arcadico con cascata. New York, Pierpont Morgan Library. conoscitore anni di pazienti ricerche per metterla insieme» (Saarinen, 1958). Durante i suoi viaggi europei era incalzato da stuoli di mercanti e antiquari, che gli offrivano incessantemente la loro merce. Condivideva il piacere e l’entusiasmo dell’acquisto, che talora assumeva dimensioni inaudite sia per la varietà che per la quantità degli oggetti acquisiti, con uno stuolo di accompagnatori. «La presenza di un pubblico accresceva il suo piacere, perciò nei suoi trionfali viaggi all’estero si trascinava dietro un vero seguito: oltre al pechinese favorito e a uno stuolo di servitorame, lo accompagnavano sovente numerosi amici di sesso maschile, un’amica particolare e, come accompagnatrice ufficiale, una delle figlie o la sorella vedova (...). Qua e là, durante il viaggio, qualche famoso funzionario di museo o qualcuno che si autodefiniva esperto, si univa al gruppo» (Saarinen, 1958). La forma composita e la ricchezza inaudita degli oggetti accumulati nel corso degli anni e con frenesia da Morgan trovano la loro ragione in due motivazioni di ordine culturale. Per un verso, l’accumulo di oggetti d’arte e di antiquariato di epoche e di valore disparato è, nell’età del decadentismo, simbolo della posizione sociale del collezionista. Per un altro, è l’amore per l’arte e l’attrazione per la bellezza che gli oggetti d’arte hanno come contrassegno specifico. «Molti consideravano il collezionismo di opere d’arte», è ancora Saarinen, 1958, a sottolinearlo, «come simbolo del prestigio al quale credevano di aver diritto in virtù del loro potere finanziario. Non ambivano alla cultura per se stessa, ma al tangibile possesso dei suoi emblemi». L’amore estenuato per la bellezza emanata dall’oggetto d’arte era un altro Leitmotiv della cultura estetizzante di fine secolo che, rilanciata nell’età dell’Art Nouveau, trovava nell’ambiente anglosassone le sue radici nel pensiero di John Ruskin e Walter Pater, e negli Stati Uniti le sue massime espressioni in Charles Norton e Bernard Berenson.