117. Coll. Pio: Pietro de Pietris, Autoritratto. Stoccolma, Nationalmuseum. 118. Coll. Pio: Agostino Masucci, Ritratto di Alessio de Marchis. Stoccolma, Nationalmuseum. ALEXIVS 'DE MARCHIS PJCTOR NEAPOUTANVS NATVS ANNO MDCLXXXJV SALVTIS NOSTRA, ET IN PRÄSENTIA VXV1T ET FLOR KSCIT intendente straniero in Roma, che non l’andasse a vedere», afferma il Pascoli nella Vita dell’artista. Essa ammontava a 14.565 fogli, divisi in modo organico per scuole e successione cronologica in ben 114 cartelle, secondo la precisa testimonianza lasciataci dall’erudito contemporaneo Giovanni Gaetano Bottari, che doveva conoscerla bene. Le cartelle più preziose conservavano i disegni più antichi: più di 259 fogli di Raffaello e Correggio nella prima e 89 di Michelangelo e Leonardo nella seconda, anche se permane qualche dubbio sull’attendibilità di queste attribuzioni. Indubbiamente la parte più interessante della collezione era costituita dai fogli di artisti contemporanei o di poco anteriori al Luti: Cortona, Mola, Ferri, Testa, Canini, Gaulli, confluiti per la maggior parte nelle collezioni reali inglesi, oggi a Windsor, probabilmente a seguito dell’immancabile dispersione avvenuta alla morte dell’artista. Per un raro caso fortunato, è stato possibile identificare alcuni di questi disegni sulla base delle copie eseguite in un taccuino, conservato oggi all’Albertina, dal pit- tore Bartolomeo Altamonte, quando fu a Roma nella bottega del Luti. L’unica collezione costituitasi nel Settecento a Roma e conservata nella sua integrità, anche se solo in piccola parte, è quella di Nicola Pio (1677 ca.-dopo 1734), una curiosa figura di erudito e biografo di artisti assai attendibile per i pittori contemporanei, che si dilettava di raccogliere disegni e stampe. Seguendo i criteri museografici consueti per una collezione di grafica, lo scrittore aveva fatto sistemare la sua raccolta in volumi da Filippo Germisoni, un pittore romano poco noto anch’egli collezionista di disegni, che nel suo autoritratto conservato a Stoccolma si è immortalato sullo sfondo di volumi. A differenza delle stampe, i disegni della raccolta Pio furono sciolti e dispersi, ad eccezione di un volume conservato tuttora nell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, che costituisce nella sua integrità un documento del gusto collezionistico di questo dilettante del Settecento romano; la prima pagina del volume è contrassegnata con il suo autografo: «ex-libris Nicolaj Pij n. 21».