1. Museo Egizio di Torino
Fondazione Museo delle Antichità Egizie via Accademia delle Scienze, 6 - Torino
Info: tel. 011-5617776; centro prenotazione visite tel. 011-4406903. www.museoegizio.org e www.museitorino.it
Apertura: dal martedì alla domenica ore 8,30-19,30; chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.
Il Museo delle Antichità Egizie è una delle più importanti collezioni internazionali e la sua storia segue le vicende della riscoperta della civiltà faraonica dai primi anni dell'Ottocento ai giorni nostri.
Ma il primo oggetto egizio, o per meglio dire egittizzante, giunge a Torino già intorno al 1630; si tratta della Mensa Isiaca, una tavola d'altare risalente al I secolo d.C. e proveniente con ogni probabilità da un santuario della dea Iside a Roma.
Nel 1757 Carlo Emanuele III incarica il botanico Vitaliano Donati di compiere una spedizione scientifico-commerciale in Egitto e in Oriente. L'avventuroso viaggio nella terra dei faraoni frutterà ai Savoia un'importante collezione, formata da tre grandi statue in pietra e da una serie di 300 oggetti minori. Le statue - una della dea Sekhmet e una di Ramesse II da Karnak, una di Iside da Coptos - furono deposte con gli altri reperti nel Museo dell'Università.
L'atto ufficiale di nascita del Museo Egizio risale al 23 gennaio 1824, con l'acquisto da parte di Carlo Felice dell'imponente collezione di Bernardino Drovetti. La raccolta, che comprende reperti di inestimabile valore, viene depositata presso il palazzo dell'Accademia delle Scienze, sede attuale del Museo, e quando, nel 1832, la collezione Savoia viene unita alla Drovettiana, il museo torinese si presenta come il primo grande museo interamente dedicato alla civiltà egizia.
Fra gli oltre ottomila pezzi della raccolta spiccano le grandi statue in pietra che raffigurano dei e faraoni: "questa splendida assemblea di re e divinità!" così Champollion, il decifratore dei geroglifici, definì lo statuario, unico per la presenza di tanti sovrani del Nuovo Regno. Fra le numerose sculture, la statua in basalto del faraone Ramesse II è considerata giustamente il capolavoro del museo: assiso in maestà, il celebre re impugna lo scettro, indossa una lunga veste pieghettata e porta sul capo la "corona azzurra". Documenti altrettanto importanti della collezione Drovetti sono i papiri -con esemplari eccezionali quali il "Papiro Regio" (elenco di sovrani dai tempi mitici alla XVII dinastia) o il "Papiro delle miniere" (la più antica carta geografica della storia) - , i sarcofagi, le mummie, i vasi canopi e le statuette funerarie, le stele e i cocci (.ostraka) utilizzati dagli scribi per appunti ed esercizi.
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