Irlanda - Andamento dell'inflazione (Tassi annui % - Fonte OCSE) Debito pubbl . lordo Deficit di bilancio 0 +r.~T+~~~~rh.--rr..-,~--~,--,+T~~r--r+r--~r--r~==~140 -2 120 -4 100 -6 80 -8 60 -10 40 -12 ~ Deficit di Bi lancio -14 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 Debito pubblico lordo 1988 1989 1990 20 1991 1990 e 1991: stime stano senza soluzione definitiva. In primo luogo, il "male storico" rappresentato dalla disoccupazione. L'incidenza di tale fattore che si mantiene intorno ai livelli "di guardia" (pari al 15,5% della forza lavoro nel 1989, nonostante un certo incremento occupazionale), ha radici essenzialmente demografiche più che economiche. L'Irlanda è un paese ad alto tasso di natalità. Ciò è dovuto a ragioni storiche quali la tradizionale vocazione agricola della popolazione (con conseguente necessità di manodopera "estensiva") e la radicata religiosità di fede cattolica, che non agevola l'attuazione di programmi di contenimento delle nascite. Inoltre, la relativa staticità della domanda interna e la politica economica restrittiva che non ha certo spinto sull' acceleratore dei consumi, hanno ostacolato lo sviluppo di stimoli particolarmente espansivi sulla produzione e sull'occupazione. Scarso effetto sulla creazione di nuovi posti di lavoro ha avuto infine l'incentivo fiscale relativo alla bassa imposizione sul reddito d'impresa, che ha portato sì numerose aziende estere all'insediamento in Irlanda, ma attraverso modalità di presenza che raramente vanno al di là di uffici "leggeri" a limitato utilizzo di personale. In questo contesto, il provvedimento più efficace per il controllo del tasso di disoccupazione è rappresentata dai continui flussi di emigrazione, caratteristica tradizionale della nazione irlandese fin dai tempi della catastrofica carestia delle patate del secolo scorso. Attualmente l'emigrazione interes12 sa circa 40.000 persone l'anno, che lasciano la "verde isola" per approdare principalmente negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. *** Le previsioni per il futuro non lasciano intravedere una soluzione definitiva al problema della disoccupazione. Alcuni settori produttivi sono minati da una significativa fragilità strutturale, in quanto dipendono in larga misura dai benefici che ricevono dalla CEE. La politica economica restrittiva, che sembra debba caratterizzare anche nei prossimi anni il "sistema Irlanda ", dovrà quindi essere accompagnata da interventi "mirati" della spesa pubblica, in modo - da un lato - da non appesantire eccessivamente le casse dello Stato e da non vanificare il processo di rientro dal deficit di bilancio, ·e allo stesso tempo - dall'altro lato - da offrire incentivi all'occupazione in determinati settori reputati ad alto sviluppo potenziale. Un esempio di intervento ad hoc riguarda il mondo finanziario. L'Ente Irlandese per lo Sviluppo (IDA), emanazione governativa che cura i progetti per la nuova occupazione, crea in media 13.000 posti di lavoro all'anno attraverso la realizzazione di proprie iniziative (compensando circa un terzo del flusso di emigrazione). Uno dei principali progetti riguarda la costituzione dell'International Financial Services Centre (IFSC) di Dublino, città che non è mai stata famosa come polo d'attrazione della finanza internazionale, ma che attualmente - grazie anche