r- - - -- -. - ------ ---.----.- ------- - - - - - - - - - - - - - - I La vittoria del K2 LA CONQUISTA DEL K2 Il 30 luglio 1954 una notizia percorse e scosse tutto il mondo dell'alpinismo e l'Italia esultò. Compagnoni e Lacedelli avevano scalato il K2. La sfida ad una delle Più belle e difficili montagne del mondo, iniziata da Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi nel 1909, era vinta. Quest'anno si celebra il 50° anniversario della conquista della vetta himalayana. Molti di noi ricordano con emozione quei momenti. "Sanpaolo Senior" ha scoperto una "chicca" sull'argomento: una bellissima poesia scritta nella circostanza dal nostro Socio Giuseppe CANGI, al quale esprimiamo un particolare apprezzamento. Una lirica che è il filmato della storica impresa. Il cuore mio non può qui tralasc iare del grande K2 l'alta conquista, e con quel pugno d'uomini esaltare l'imm ensa gloria che l'Italia acq ui sta. Nascosti là nei clubs l'han preparata nell'ansia di una lunga primavera, e sul Plateu Rosà v'han consacrata del picco I drappel la prode schiera. Poi giunse quel fatidico momento del viaggio in cu i l'Italia hanno lasciato: quel giorno sussurrava pure il vento: " Rito rna vincitore e immortalato!" E vanno in quelle terre a lor straniere, tra l'ansia degli amici e dei parenti, s'ad dentra no in quelle orride barriere, e lottano col tem po e con gli stenti. E marciano per giorni e giorni interi con un maltempo proprio eccezionale, e fischia su qu ei volti scuri e seri il vento tormentoso ed infernale. Avanzano nel freddo e nel grigiore quegli uomini coperti e incappucciati, li guida " Ardito Desio - Professore" li seguono quegli " Hunza" scamosciati . Ma freme la montagna di sgomento ai Lacedelli e ai vari Compagnoni: li sferza, li strapazza col suo vento che a infrangersi se n va nei suoi burroni. Scatena la montagna le tempesta, spargendo per la valle la sua morte, ne ride t ra i crepacci , come in festa, padrona si dichiara della sorte . Ma vanno resi bianchi dalla neve, e vanno pu r aven do allor saputo che in quel feroce canto d'ira greve un lor compagno giace là - caduto! Silenzio! Ridi pur montagna amara, sgh ignazza per la morte che hai portato, noi serberemo sempre quella cara memoria di -"Puchoz"- che hai consacrato. Si inerpica pel monte la cordata e non si dà per questo ancora vinta, in quella vita giovane rubata c'è solo una novella e forte sp inta. Continua quella lotta da giganti, dal vento e da tormente più avversata, ad otto saliranno i loro campi, in quella faticosa lor scalata. E vanno Rey, Bonatti e Floreanini, Gallori,Abran Enrico con Pagani, la scuola han tutti fatto ai climi alpini e portano il brevetto -"d' lta liani "-. Nessuna tema han, niente paura, li assordi pure il vento e la tempesta: sol vogli ono a quell 'orrida creatura violare, all egr i alfin, la bianca cresta. Si pi egano entusiasti quegli " Sherpa" innanzi a quel coraggio l'Italiani, continua quella lotta su per l'erta di quei gelati monti pakistani. Ma infin e quella cima vie n violata, e svento la là in alto il tricolore, fremente la montagna n'è umiliata nel suo biancore eterno se nza sole. Riecheggia quell'assalto in tutto il mondo, garriscono a migliaia le band iere, esulta il club al pino del profondo coraggio delle italiche sue sch iere e grazie, o prodi figli dell'Italia! che al nome dell'Italia date vanto, che vinto avete questa sua battaglia che in vostro onore io consacro e ... canto. Giuseppe CANGI