• ~ ·L ma dopo aver letto qualche riga del Tesauro la mente si abitua alla costruzione delle frasi, ai vocaboli non più usuali e si può ben procedere. Tuttavia mi hanno colpito alcune espressioni ove con pochissime parole si descrive tutta l'intensità di un quadro ben più grande.A titolo di esempio riporto "Pallidi per la fame arrossiscono di confessarsi famelici "; è la descrizione dei "Poveri Vergognosi". Possiamo e dobbiamo fermarci un attimo facendo mente locale ai drammi umani e sociali propri delle persone rientranti allora, come oggi , nella suddetta descrizione. L'lstoria della Compagnia di San Paolo è un libro di parte , per la sua comprensione dobbiamo immedesimarci nel periodo 1560- 1660 cioè in piena Controriforma Catto lica. Non per nu lla il Concilio di Trento era terminato nel 1563 stesso anno di fondazione della Compagnia ed il Tesauro era un appartenente alla Compagnia di Giesù. (N on è scritto errato ma come lo è dal Tesauro). Infatti l'autore, nello spiegare le o rigini della Compagnia, fa una lunga e dotta rievocazione, esclusivamente quale cattolico, della nascita del Prot estant esimo e di tutte le guerre di religione e,fatti storici che ne seguirono in Europa, nel Ducato di Savoia ed a Torino. I nomi dei fondatori della Compagnia di San Paolo compaiono solo alla riga 735 delle 9 10 che formano l'intera "Origine e Istituzione della Compagnia di San Paolo" . Il lettore è subito colpito dall'apprendere come la Compagnia assunse notevole importanza nella vita di Torino sin dai primi anni dalla fondazione. Altro fatto degno di nota è come i Confratelli dimostrassero molta saggezza ed acume nel r isolvere i problemi legati alla povertà. Se da un lato le " Iimosine" erano necessar ie per risolvere i casi cont ingent i, solo con l'insegnamento di "virtù" (non solo in senso morale ma intesa come mestiere, capacità a produ rre o fare qualche cosa) si poteva fare in modo che il " mendico" divenisse autosufficiente per se stesso e produttivo per la società. La costruzione dell'Albergo della Virtù fu propiziata dalla Compagnia con l'assunzione di numerosi maestri di mestieri (in alcuni casi con l'immigrazione da altri Stati della Penisola) che trasmettevano ad altri le loro capacità lavorative. A proposito del Monte di Pietà si scrive: " il denaro che si dona, estinguendosi col donare, giova ad uno solo e una volta sola, ma quel che si impresta è sempre vivo onde spandendosi sempre e sempre ritornando alla fonte con perpetuo movimento più d'una volta giova all'istesso e più di mille volte a tutti gli altri nelle cui mani va rigirando" inoltre le " grandi elemosine consumando chi le dona fomentano l'inerzia di chi le riceve; ma quel che si dona per imprestare a cr edenza con sicurezza ristora il dispendio del donatore col merito della eterna mercede e soccorre al presente bisogno de' poveri, acuendo la loro industria con la necessita della resa" Opera Quarta, righe 160/170" Si può dire che nel secolo scorso gl i st essi pensier i, amplificati e solo di poco corretti, sono valsi ad ottenere il Premio Nobel per l'economia. Conoscere la Storia non significa conoscere solo il passato: molte volte è presente ed anche futuro. Prendiamo ad esempio questa frase (Opera Ottava, righe 387/390. - Ma perché le pubbliche amministrazioni senza integrità e vero zelo divengono pubbliche rapine e cominciando a comun benefizio, finiscono in benefizio privato .. . ecc) Non possiamo accusare il Tesauro di essere un provocatore o di puritanesimo, dobbiamo solo ringraziarlo di aver ricordato il Settimo Comandamento e messo per iscritto un principio che è stato la pietra miliare delle fortune della Compagnia di San Paolo. Permettetemi di ricordare anche che le attività dei Confratelli nella Compagnia di San Paolo erano svolte al di fuori ed oltre la lor o quotidianità lavorativa e familiare. Inoltre uno andò a Roma per ottenere la Bolla Pontificia, anni dopo altri due si recarono a Loreto in pellegrinaggio, altri ancora camminarono pregando fino al Santuario di Vicoforte di Mondovì. Ricordiamoci che allora si viaggiava a piedi (25-30 Km. giornalieri quando andava bene), senza essere sicuri del ritorno a causa delle inside e pericoli. Confrontiamo i Confratelli con l'odierno tanto di moda "parlare e parlare" di "volontariato" e "spirito di servizio" di tante persone e di chi ricopre cariche più o meno pubbliche!. L'opera del Tesauro è dedicata "Alla Reale altezza di Madama Cristina di Francia, duchessa di Savoia, reina di Cipri". Penso sia opportuno terminare con l'ultima frase scritta dall'autore. "Alla qual piaccia di prosperare, insieme con questo santo istituto, i virtuosi confratelli che lo professano; a' quali come ad amatissimi e riamati compatrioti , in questa mia cadente età, questa piccola e frettolosa, ma affettuosa fatica, col cuore istesso presento, dedico e consacro.AI primo di dicembre 1657. Giuliano Giorgio BRIANO P.S. Chi fosse interessato ad acquisire il volume potrà farne richiesta alla nostra Segreteria ove verrà consegnato gratuitamente fino ad esaurimento. 9 .'