Signo re e Signo ri, Gentili Partecipanti, vorrei rivolgere a nzitutto un ca loroso be nve nu to a tutti i presenti , in pa rti co la re ai Preside nti del G ruppo Anziani del Ba nco Laria no, del G ru ppo Anziani della Banca Provinciale Lombarda e del " Club 25" della Banque Sanpaolo di Parigi. I miei più sinceri ringraziamenti vann o al Preside nte del Gruppo Anziani del Sa n Pao lo per l'organizzazione di questa simpatica cerimoni a che si tie ne con cade nza annu ale e per avermi invitato a partecipare e ad aprire i lavori di questo inco ntro. H o co lto il Vostro invito co n grande piacere. Sono molto conte nto di ritrovarmi co n Voi in questa gradi ta occasione, come avvie ne ormai da alcuni a nni. E vorrei fare alcune considerazioni, senza consum are tro ppo te mpo: riflessioni che riguardano il nostro Sa n Paolo, che è il ce me nto co mune che ci unisce, le sue origini, ma anch e la condizione dell'a nziano, poich é mi considero ormai apparte ne nte a questa categoria dei... "non più giovani" . Ed a proposito di questa co ndizione che io stesso comincio a vivere, vorrei ricordare a tutti - e chiedo scusa se ricorro all e rimembranze, ormai come fa nno appunto le perso ne "non più giovani " - quello che il Ca rdin al Lercaro, Ca rdin ale di Bologna, in un a intervista te nuta all a T.V. poco prima della sua morte aveva de tto: «l o sono orm ai nella stagione del raccolto». E questo l'aveva detto non con tristezza ma con grandissima gioia. Confesso di non aver capito dapprim a che cosa voleva dire con grande gioia «sono nella stagione del raccolto». L' ho ca pito so ltanto più tardi, poco alla volta, quando anch e per me è giunta l'e tà dell a riflessione più matura, l'età nella quale ci si confronta con se stessi, quando la vita appare in gran parte vissuta e soprattutto sopravvivono soltanto i valori di fondo; l'età in cui le passioni lasciano spazio all a sere nità del giudizio e la saggezza verso noi stessi e versç> gli altri compensa un po ' il declino delle cose della giovinezza. E la stagione del raccolto questa, ricca e pi e na di vita pe r se stessi e per gli altri. Quindi l'anziano, so ttolineo , non mi sembra un in go mbro, un fastidio, qualcuno dici amo da ghettizzare pe rché inutile, come è concepito da questa fre netica società del giorno d'oggi. l o direi invece che è un a fo nte inesauribile di sa pienza , di equilibrio, di apprendimento, come ben sanno certe tribù africane, primitive, ma che hann o una gra nde venerazione per le persone anziane. Di queste tribù vorrei ricord are un de tto: <