r, ESTATE 1964 a Beveridge, Perroux e Colin Clark, figura fra gli economisti più meditati dal nostro « dilettante». « Partirò da un fatto elementare (egli scrive): nella situazione determinata dai giochi di energia sulla superficie del globo, 1'organismo vivente riceve in linea di massima più energia di quanta occorra per la sopravvivenza. L'energia (la ricchezza) in eccesso può servire allo sviluppo di un sistema (per esempio, di un organismo); .se il sistema non può più crescere o se la crescita non basta per assorbire interamente 1'eccesso di energia, bisogna di necessità perderlo senza profitto, spenderlo, volentieri o no, gloriosamente oppure in modo catastrofico~. Le feste lussuose degli antichi, i consumi frivoli reclarnizzati dall'industria moderna sarebbero mezzi non troppo diversi per ottenere lo stesso risultato: sfogare l'eccesso di energia. Anche le guerre, secondo Bataille, e la crescita della popolazione hanno la medesima origine ed esercitano una analoga funzione. Se dal 1815 al 1914 l'umanità ha goduto di un lungo periodo di pace relativa, è perchè l'energia si è incanalata verso l'industrializzazione e lo sviluppo demografico (<< l'aspect charnel de la prolifération osseuse des usines »). Ma l'industria assorbe energie per ricrearle amplificate, potenziate: pertanto la destinazione della ricchezza non può che essere finalmente lo spreco, il dono, il divertimento. Nella seconda parte del libro (Les données historiqlles) l'autore raccoglie gli esempi che più convaliderebbero la sua tesi, che possiamo etichettare « tesi keynesiana universalizzata ». Gli Aztechi sembrano a Bataille un tipico caso di ~ società di consumo», an.zi di « società di sacrificio». Intendiamoci: non il sacrificio del risparmio, esaltato da Franklin ad Einaudi, ma al contrario il sacrificio o distruzione di uomini e cose. Senza adottare il ciclo sanguinario delle prodigalità azteche, altre società halillo riconosciuto ai loro membri più potenti e «in vista» l'obbligo di ostentare le ricchezze e di distruggerle mediante costruzioni tanto gigantesche quanto inutili, sprechi fastosi, doni dimostrativi della posizione nella scala gerarchica, e così via. La guerra ed il lusso sono sostituiti, in una società pacifica e povera come quella tibetana, dalla religione. «Se una nazione dedica le sue forze vive, quasi senza limiti, all' organizzazione monastica, essa non può avere un esercito al tempo stesso». Il fatto .che illamaismo comporti l'esistenza di un religioso contem- 53