AUTUNNO

I968

Le vacanze Ottocento erano autentici otia, veramente
- orazianamente - procul negotiis. Oggi, gli esagitati
delle ferie si trascinano a rimorchio segretaria, dattilografa, dittafono, registratore. E transistor! Ai tempi dei
turisti tradizionali, dei «pellegrini » - per dirla alla romana -, il riposo consisteva nel recidersi il cordone ombelicale degli affari; nello sprofondarsi in soffici lettoni
- magari con le galline, non fatte a n1.acchina, razzolanti
SlÙ pavimento di terrabattuta; nello sdraiarsi diciotto ore
al giorno in un giardino ronzante di mosche, moscerini,
vespe, api, zanzare. li DDT era di là da venire; ma la
frutta era frutta e non cachet tossico.
Quelle ferie-vacanze si svolgevano nel perimetro delle
attuali città tentacolari. Se cerchiamo la villa, la vigna, il
ciabot, lo chalet estivo del bisnolUlO , possiamo identificarne l'ubicazione tutt' al pill nell' attuale periferia. Ci si
arriva comodamente in tram. Tuttavia... Tuttavia i bisnonni
accatastavano badi, ceste, gabbie SlÙ calessino o sulfiacre
per recarsi a uno o due chilometri dal centro. Sventolavano
fazzolettoni a quadretti, gli uomini; si stemperavano in
lacrime di rimmel, le dOlme, parasole e sombreri di paglia.
« Scriveremo! »
Oggi, per non essere squalificati, i forzati del volante
devono misurare i chilometri a migliaia. Oggi, ci si riposa
stancandosi e pill ci si stanca, più ci si riposa. Paradosso?
Può darsi, ma espressione caratteristica di questa nostra
epoca esagitata, informale, atomica, pop e op, astronautica,
lunare, surrealistica, contestataria, pessimistica, kierkegaardiana. La ragione? L'Uomo Contemporaneo è l'Uomo
Seduto, il sedentario. Si leva dal letto per sprofondarsi
nel sedile dell' auto da cui si alza per sedersi nella poltrona
d'ufficio e di lì passa alla sedia della stanza da pranzo, o
del ristorante, e per frnire nella frau davanti al video.
Poi a letto. A che gli servono le gambe? Mah! Si sveglia
stanco, si strascica stanco, ed è quindi logico che lavori
stancandosi e stancandosi si riposi!
Il prof. Preuschen, dell'Istituto Tedesco Max Planck,
trova che le ferie sono «lavoro» e che una giornata di
guida su un' autostrada costituisce un logorio di nervi e

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