do occidentale più pronta e più concorde nel perseguire la massima espansione nel massimo della stabilità. Altro fattore che ha fortemente incentivato gli scambi in tale periodo, e che è stato rafforzato negli anni settanta, è stato l'intervento pubblico, assicurativo e finanziario, a sostegno delle esportazioni a breve e a medio e lungo termine. Si tratta di una politica costante a favore dei settori industriali per consolidare e ricercare mercati di sbocco alla produzione, che si esalta sotto la spinta della domanda estera e della concorrenza sempre più accesa. Le condizioni dell'assicurazione e del finanziamento agevolato diventano sempre più favorevoli ai paesi importatori dell'area socialista o di quella del terzo mondo, consentendo così, soprattutto a questi ultimi, con scarso potere di acquisto, ma desiderosi di avviare programmi di sviluppo, di utilizzare vantaggiosamente le eccedenze produttive di altri paesi. La concorrenza tra paesi industrializzati non viene più a basarsi esclusivamente sul prezzo, sulla qualità dei prodotti e sui tempi di consegna, ma anche, e in alcuni casi in modo prevalente, sulle agevolazioni assicurative, sulla durata e sul costo del credito. Le modifiche dei sistemi di assicurazione e di finanziamento dei crediti alla esportazione si fanno ognora più frequenti e questi assumono nel tempo una fisionomia sempre più ampia ed organica. Il credito a medio e lungo termine si espande rapidamente, soprattutto per le forniture di beni strumentali, servizi e lavori, a cui si aggiungono in un secondo momento i beni di consumo durevole ed anche quelli di consumo non durevole. Una valutazione dello sforzo compiuto dai maggiori paesi industrializzati per mantenere ed ampliare gli sbocchi alla loro produzione industriale, per assicurare adeguati livelli di reddito e per garantire e sorreggere lo sviluppo di alcuni settori produttivi fondamentali, può essere fatta confrontando i dati dei plafonds assicurativi nel periodo 1970-1976. In tale periodo, infatti, il plafond assicurativo per l'assunzione di impegni a breve, medio e lungo termine, passa in Giappone da 4.464 a 13.610 miliardi di yen (e a 17.430 miliardi di yen nel 1977, pari a circa 63 mila miliardi di lire italiane al cambio 1 yen lire 3,60); nel Regno Unito, da 6,5 a 18,2 miliardi di sterline (e a 25 miliardi di sterline nel 1977); nella Repubblica Federale Tedesca, da 27 a 92 miliardi di marchi (e a 108 miliardi di marchi nel 1977); negli Stati Uniti, da 15 a 25 miliardi di dollari (ma a fronte di quest'ultima cifra possono essere assunti impegni assicurativi per un importo complessivo di 40 miliardi di dollari), e con provvedimento legislativo in corso si pensa di aumentare il plafond assicurativo di altri 15 miliardi di dollari. In Italia si passa da un plafond assicurativo di 45 miliardi di lire nell'esercizio finanziario 1953-'54, a 700 miliardi di lire nel 1970 e a 2.500 miliardi di lire nel 1975 (aumentato poi di altri 1.000 miliardi di lire per assicurare operazioni arretrate), importo che viene mantenuto nel 1976 e nel 1977 e probabilmente lo sarà anche nel 1978, se l'aumento richiesto di 500 miliardi non dovesse essere confermato. Il plafond assicurativo italiano ha riguardato tuttavia solo le forniture di beni strumentali, servizi e lavori, vendute con dilazioni di pagamento a medio e lungo termine, ed è solo con la legge 24 maggio 1977, n. 227, che viene fissato un plafond rotativo per il breve termine di 5.000 miliardi (peraltro non ancora operante malgrado la necessità di promuovere le esportazioni, soprattutto a breve verso i paesi industrializzati, sia divenuta molto pressante nella presente situazione), ed uno per il medio e lungo termine, il cui importo sarà stabilito di anno in anno con la legge di approvazione del bilancio dello Stato. AI contrario dei paesi predetti, la Francia non ha un Jimite massimo di impegni assicurativi fissato con legge, ma è la pubblica amministrazione che manovra pragmaticamente gli impegni assicurativi, a breve e a medio e lungo termine, in funzione della situazione economica interna e internazionale. Si è detto in precedenza che l'espansione degli scambi internazionali, rapida negli anni cinquanta e sessanta e ad un ritmo pililento negli anni settanta, è avvenuta in modo squilibrato. Essa infatti ha interessato quasi esclusivamente i paesi industrializzati, con progressiva emarginazione dei paesi in via di sviluppo, i quali, con una popolazione complessiva di oltre 2 miliardi di persone, sono stati sospinti al ruolo di semplici fornitori di materie prime = 88