UN'OPZIONE PER L'EUROPA (*) Filippo Maria Pandolfi La proposta di politica economica del Governo associa agli obiettivi di sviluppo ne lla stabilità, l'opzione per l'Europa. Desidero chiarire il punto di vista italiano sulla questione del nuovo sistema monetario europeo che si presenta come il primo punto di approdo dei propositi di maggiore integrazione per i paes i dell'area comunitaria. L'idea di rilanciare il processo verso una zona caratterizzata da una maggiore disciplina dei cambi si è sviluppata nel corso di quest'anno, a partire dal Consiglio europeo di Copenaghen. In seguito alle consultazioni svoltesi successivamente tra i nove paesi membri, collegialmente e bilateralmente, si è raggiunta, nel Consiglio europeo di Brema dello scorso luglio, una intesa di massima. Essa prevede !'istituzione di un nuovo sistema monetario europeo e provvedimenti complementari, necessari a sostenere le economie meno prospere. Si è deciso, in particolare, di procedere speditamente alla definizione dello schema operativo del sistema monetario e delle misure complementari, così da giungere ad una decisione finale nel Consiglio europeo di Bruxelles, del dicembre prossimo. L'adesione italiana di principio al progetto di stabilizzazione monetaria ha avuto alla base un'attenta considerazione dei benefici netti complessivi che potrebbero derivarne. In primo luogo, i paesi più prosperi potrebbero superare l'eccessiva cautela usata negli ultimi anni nel ridare slancio alle proprie economie. Inoltre si renderebbe possibile l'intensificazione degli sforzi per l'unificazione dei mercati intercomunitari. Si darebbero infine più sicuri punti di riferimento per le imprese sotto il profilo strettamente valutario, e per quanto ci riguarda, il nuovo sistema, ove disponesse di ampi meccanismi di finanziamento, dovrebbe risultare in grado di assicurare una difesa più efficace della nostra moneta dagli attacchi speculativi, limitando le spinte inflazionistiche che nascono da ingiustificati deprezzamenti del tasso di cambio. Ma siamo ugualmente consapevoli dei vincoli che il nuovo sistema può porre all'evoluzione di breve e di lungo periodo della nostra economia. L'atten( * ) Tratto dal discorso presentato dal Ministro del Tesoro al Parlamento il 10 ottobre 1978.