G. Boetto (?), La Nave della Felicità e scena dell’Orione, rappresentati nel Castello di Torino il io febbraio 1628. Disegno. Riprodotto da: Brancaccio-Prolo, Dal nido savoiardo al trono d’Italia.
gherita di Savoia. L’anno stesso Firenze portava a perfezione spettacolare la nuova formula del « balletto a cavallo » con Eolo re dei venti, « l’un des plus beaux ...qui se soient faicts» a parere del Ménestrier (i). Pari se non maggiore magnificenza ebbero sempre a Firenze, nel 1615, Le guerre d’Amore, in cui «fecero 42 Cavalieri diversi abbattimenti e dipoi un balletto ci si vide ancora una battaglia a piedi di 300 persone, oltre i Carri e l’altra gente per diversi servitij »: festa famosa anche per le stampe che ne trasse Jacques Callot.
                                                           Sia le feste a cavallo, sia il « ballet de cour » erano noti e praticati in Piemonte, nelle loro varie forme. Il duca di Nemours, prima di dirigere gli spettacoh della
(1) Des Ballets anciens et modernes, Parigi, 1682.
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