? ISTITUTO BANCARIO SAN PAOLO DI TORINO, nel corso Ma sua opera di illustrazione dei valori dell’arte piemontese, non aveva tralasciato di ricordare due insigni monumenti della Valle d’Aosta: i castelli di ìssogne e di Fénis, compresi nel bel volume dedicato da Marziano Bernardi ai Castelli Piemontesi. Segna dunque, il libro che oggi esce, un ritorno verso luoghi già noti; anche se diversa è la mèta: Aosta, l’Augusta Praetoria dei Romani, la « citò d’Aoste » medievale, capitale di quel « Duché » che fu, prima, la punta avanzata dei domini dei conti di Savoia di qua dei monti, poi un territorio centrale — non solo geograficamente — dello Stato sabaudo. Aosta vanta una storia bimillenaria, risalendo la sua fondazione all’imperatore Cesare Augusto: un atto di nascita che ancor oggi può leggersi, sia nei monumenti mirabili che di Augusta Praetoria sono rimasti — primi tra tutti l’Arco onorario, la Porta praetoria, il Teatro — sia nel tessuto urbano della « citò d’Aoste » che entro le mura e le porte romane è cresciuta, che sulle fondazioni romane si è appoggiata, che i resti della civiltà romana ha incorporato negli edifici eretti dalle successive civiltà. Una vicenda davvero eccezionale per i fittissimi collegamenti tra mondo antico, classico e mondo cristiano, medievale; mentre altre singolarità derivano ad Aosta dal suo essere situata nel punto in cui le valli alpine confluiscono al piano, predestinandola a centro di attivi scambi tra i paesi di qua e di là delle Alpi. Quelle Alpi che nella Romanità e nel Medioevo erano si, una barriera naturale ma non, come oggi, un confine. La Valle d’Aosta non fu dunque mai una terra isolata, arroccata tra i monti, ma un crocicchio aperto verso le maggiori strade europee. Aosta stessa fu, nel Medioevo, la città forse più internazionale del Piemonte: ben ne rende testimonianza l’arte che vi fiorì, complessa, varia, sensibile a molteplici stimoli. L’anno passato era stata illustrata in questa collana una città del Piemonte: Casale Monferrato. Scegliendo ora a soggetto Aosta, così diversa da Casale per tradizioni, storia, arte, cultura, si è voluto allargare in altra direzione il discorso sull’arte piemontese, aperto nel 1952 dall’ISTlTUTO BANCARIO SAN PAOLO DI TORINO. L’iniziativa ha avuto il valido appoggio delle Autorità civili e religiose di Aosta e la preziosa collaborazione di Monsignor Edoardo Brunod, arcidiacono della Cattedrale; dei venerandi Capitoli della Cattedrale e della Collegiata dei Ss. Pietro ed Orso; di Monsignor Pietro Amato Frutaz, presidente dell’Accademia di Sant’Anseimo; del sovraintendente alle antichità del Piemonte, Carlo Carducci; del sovraintendente alle antichità e ai monumenti della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Domenico Prola. Ezio Gribaudo ha curato la veste tipografica ed iconografica del volume. A tutti l’ISTITUTO BANCARIO SAN PAOLO DI TORINO esprime la sua vivissima gratitudine.