Tavola VII Libarna - Case di abitazione e teatro I-III sec. d.C. Già nei tempi antichi per la zona di Libarna erano validi quegli stessi criteri che oggi sono alla base in un vasto progetto, in corso di realizzazione, da parte di grandi organismi industriali e commerciali. La particolare ubicazione di un territorio che per la sua posizione geografica viene a svilupparsi alle spalle dell’emporio e del porto di Genova, favorisce oggi, come favoriva allora, il deposito e lo smistamento delle merci verso le regioni padane e a ciò si deve lo sviluppo assunto dalla città anche in età romana. Ne fanno testimonianza i grandiosi resti dell’abitato ritrovati in numerose campagne di scavo. Gli scavi che, iniziati fin dal 1914, hanno messo in luce una gran parte della zona residenziale, il foro, il teatro e l’anfiteatro, documentano in maniera esemplare i caratteri di distribuzione e la regolare organizzazione dell’impianto urbano in un centro romano-ligure. Non c’è traccia di una cerchia muraria, anche se una porta o arco onorario si apriva sul lato settentrionale a cavallo della via di Dertona. Tutte le strade, di cui sono tornate alla luce notevoli tratti, mostrano una perfetta opera di pavimentazione a piccoli ciottoli arrotondati. Quelle intorno alla zona dell’anfiteatro ci forniscono precisi dati sulla larghezza (da 3 a 5 metri) delle arterie minori. Il decumano massimo invece, che tutto lastricato in grosse lastre in pietra portava all’anfiteatro, raggiungeva la lunghezza di 7 metri e un ampio spazio di circa 2 metri era riservato —■ con un concetto assolutamente moderno — ai marciapiedi laterali. La zona della città esplorata in questi anni ci dà un’idea della perfetta ortogonalità dell’impianto diviso in insulae di circa 60 metri di lato. I nuclei d’abitazione sono liberamente articolati nei limiti dell’isolato, dove in certi casi si riescono ad identificare fino a 6 appartamenti disposti in genere intorno ad un cortile centrale. Colpisce e meraviglia sempre in queste abitazioni l’accuratezza dei servizi rappresentati da cucine, pozzi e latrine e soprattutto la distribuzione di una fitta rete di canaletti collegati con i grandi collettori di scarico sotto gli assi delle strade. Nè mancavano elementi ornamentali, come testimoniano i numerosi mosaici ritrovati insieme a frammenti di decorazioni in marmo e in bronzo. Purtroppo i lavori agricoli su questi terreni — che non sono mai stati abbandonati dall’uomo — hanno seriamente compromesso le strutture murarie che, all’attimo della scoperta, si presentano in uno stato assolutamente precario. E’ sufficiente la prima pioggia per disintegrarne la consistenza; l’opera di restauro prosegue perciò incessante e oggi permette di ammirare un intero quartiere della città, un tempo centro luminoso di civiltà e di benessere. Le rovine del teatro romano di Libarna furono esplorate per la prima volta nel 1914. Nuove ricerche avvennero nel 1922, ma soltanto nel 1937, con una serie di lavori di consolidamento e di restauro, il monumento venne ad assumere l’aspetto attuale che ne fa una delle principali attrattive dell’antica città « ligure ». Dall’esame delle strutture si può arguire che il teatro — destinato a contenere circa 3000 persone — subì ampliamenti e trasformazione e che, mentre la primitiva costruzione presentava come prospetto architettonico esterno un muro continuo semicircolare ornato di lesene in cotto, in seguito, per un cedimento avvenuto nel sostegno delle gradinate, fu aggiunto un successivo anello della stessa forma, ma costituito da pilastri che sorreggevano una serie di arcate inquadrate in un ordine architettonico. La pendenza usuale delle gradinate nella cavea e le proporzioni dell’ordine architettonico ricavato dalla forma e dall’interasse dei pilastri, ci permettono di ricostruire la monumentalità della facciata che raggiungeva l’altezza di 11 metri, suddivisa in 2 ordini sovrapposti. Quanto all’impianto per il decorso delle acque, non mancava l’euripo che correva a lato dell’orchestra, mentre un altro canale, attraversando la parados centrale, convogliava le acque in direzione Ovest. Un altro condotto, le cui tracce apparvero sotto il proscenio, si collegava con un grande collettore realizzato in età anteriore alla costruzione dell’edificio teatrale. 120