Fig. 26 BORDIGHERA: CRIPTA DI S. AMPELIO venzale, che lo eresse in « Principato » nel secolo XVI, finché fra il 1697 e il 1729 diventò pomo della discordia fra i Genovesi e i Piemontesi; questi ultimi finirono per acquistarlo dopo lunghe controversie, in mezzo alle quali i monaci,, per difenderne il possesso, spalleggiati dai Doria di Dolceacqua, osarono creare una zecca e battere moneta. Poco resta di questa secolare vicenda, salvo un’aura di leggenda popolare legata a quest’ultimo privilegio, e nulla di eccezionale fra gli edifici medioevali conservati. Bordighera, vedetta e propugnacolo naturale di Ventimiglia e del litorale intemelio verso Sanremo e verso oriente, e in realtà oggi suo magnifico giardino, ne fu una « villa » minuscola nel Medioevo, poi ripopolata e fortificata nel 1471, infine diventata il più importante centro dèlia « Comunità degli Otto Luoghi », indipendente da Ventimiglia a partire dal 1686. La sua stòria medioevale è però tutta legata alla leggenda e alla Chiesa di S. Ampelio, 1 eremita della Tebaide venuto dal mare a portare la coltura delle palme e l’amore della pesca in questo privilegiato lembo del Mediterraneo, e alla storia ancor lacunosa dell’Abbazia ivi sorta almeno a partire dal secolo XI. Riscoperta nel 1964, in seguito ai danni di un fortuito incendio, e ripristinata nelle sue forme protoromaniche, mettendone in evidenza le successive fasi di ricostruzione, essa è oggi uno dei più minuscoli ma piu significativi monumenti del primo romanico ligure. E’ specialmente integra ed eccezionale la cripta, con le feritoie basse e inclinate appositamente concepite per resistere agli spruzzi del mare, con le due absidi a semicolonne e capitelli erosi dalla salsedine, una per l’altare, l’altra per le reliquie del Santo, che dal 1140 furono il primo pomo di discordia fra Genova e Ventimiglia e fra Ventimiglia e Sanremo: Genova infatti per punizione le asportò e ne fece dono ai Sanremesi, poi, nel 1258, quando Ventimiglia fu sottomessa, le trasferì ancora a Genova, onde nel 1947 sono tornate trionfalmente a Bordighera. Mani ignote in un tempo ignoto sistemarono al posto vuoto del sepolcro un grosso blocco squadrato in pietra della Turbia e un frammento di colonnetta, entrambi di origine romana, figurandovi il letto di morte del Santo e dando luogo ad una ere- 31