Y> y, fig- i. La stele romana intitolata al gromatico Ebuzio (Museo Garda, Ivrea). Un siffatto reticolo gromatico, quello taurinense, che allogava, in precise coordinate geografiche gli spazi destinati alle attività ed i contenitori architettonici d'uomini, graticola unificante e generatrice d'infiniti dettagli esecutivi, tutti tra loro congruenti per modulazione geometrica e per funzione qualitativa, « emerge dalla memoria attonita ». Ciò, così, dicevo a proposito di quel grossissimo quadrato contenente qualche migliaio di centurie agricole, il quale verso i monti s'appoggiava al confine col regno di Cozio (poi divenuto provincia procuratoria delle Alpi Cozie). Mi sembrava, quando la contemplavo mentalmente, una cosa non reale, da sogno in stato d'euforia matematizzante, tant'era a-crobatico il pensiero progettuale « di incastrare entro la brevità dello spazio geografico, del quale subiva la costrizione esaltando l'ingegnosità della soluzione adottata », un vivente oggetto urbanistico, tanto vasto e pure cotanto densamente infarcito di vitali cellule tessitorie. Tali contorni perimetrali, ed insieme i piccoli perimetri delle particelle singole, in cui sembrarono avviarsi ad un loro destino meraviglioso, di dilatarsi e di ritrarsi a seconda della temperie dei secoli, in dimensioni sempre diverse e pure sempre partecipi di una tradizione di vita operosa e feconda. Ed ora, nel Canavese, occorre ripetere la stessa vigile attenzione e lo stesso stupore ammirato intuendo la generativa geometria gromatica d'un altro gigantesco grigliato che s'incastra in uno spazio forse ancora più costretto ed accidentato, tra il Po, a Chivasso, e l'imboccatura della Valle d'Aosta, tra le stazioni viarie di « ad quintum » e « ad septimum ». Corradi e Serra sostennero che il grosso « ager tribus Polliae in Duriae valle, fortasse usque ad vicum Donnaz patebat ». Qui si considera tanto la « colonia cìvium romanorum » della tribù Pollia quanto la terra canavesana che prese la successione dell'ir eporediese, spinta verso la Valle d'Aosta sino a Carema, confine multisecolare. In una apposita mappa (I, 3 ; fig. 2) il tratto meridiano interessato è segnato con le lettere CC; invece il tratto lungo i paralleli è segnato DD, andando grosso modo da Le-vone a Borgo d'Ale. Il perimetro del