PALAZZETTO CAVAGNA Il palazzetto che denominiamo Cavagna, dalla nobile famiglia che ne fu proprietaria, forse dalla metà del ’500 fino ai primi del ’700, appare spesso designato nei documenti come « la casa presso il Voltone di Canepanova ». Ancora oggi è indicato nell’uso corrente come « il Voltone » o « al Voltone », conservandosi, ma ormai nella sola toponomastica, il rimando ad una connotazione urbanistica singolarmente significativa per la fisionomia stessa del palazzo. Le antiche vedute di Pavia e, in modo particolarmente nitido, quella del Ballada mostrano il voltone a cavaliere della via (ora L. Spallanzani, prima contrada di Santa Maria della Rosa), aderente da una parte al nostro palazzetto, dall’altra alla torre medievale di Casa Zanardi, atterrata insieme al voltone nel 1842 (Pavan, p. 313). Falsa ancora il prospetto della fronte lo slargo attuato nel 1869 con la costruzione della nuova ala dell’Ospedale (Pavan, p. 314), in arretrato rispetto al precedente allineamento all’imbocco della via Spallanzani. Una sottile trama di rapporti con l’edilizia circostante risulta infatti sottesa alla soluzione dei prospetti, un tempo defilati lungo predeterminati assi ottici, come ancora si rileva, in parte, per il fianco nord lungo la via Spallanzani. Proprio l’esame di questo prospetto chiarisce il rapporto peculiare che l’intervento rinascimentale instaura nei confronti del tessuto medievale preesistente nell’isolato. Il procedimento adottato consiste di fatto in un rinnovamento parziale di strutture murarie più antiche, preservate anche, come in questo caso, a scapito di una regolarità di tracciato. Forse questo stesso criterio dà ragione anche di alcune soluzioni alquanto spurie che si rilevano all’interno nella connessione tra il braccio intermedio e il secondo cortile, dove appare disarticolata la terminazione angolare delle rispettive incorniciature in cotto. La dislocazione dell’elemento centrale sembrerebbe infatti determinata da una necessità di allineamento ad un vano, più tardi usufruito per l’ampliamento della scala. Le trasformazioni subite ne rendono la lettura assai problematica, ma alcuni elementi concorrono a dimostrarne il collegamento con il palazzetto e la sua probabile destinazione ad oratorio privato della casa. Il frontone in cotto ritrovato nel sottotetto e resti- Hn II ii in ' i t! '<4 nJ ?» jj Ili-li i 4?, ■ ■fST hU [49] fronte verso via D. Succhi. 199