[21]  Gio. Antonio Veneroni (?): «Tippo del stato della casa Majna ... avanti che si cominciasse la nuova Fabbrica del preg.o Ill.mo Sig.r Commendai.e [Baldassarre Olevano] ». Databile intorno al 1723. Le misure espresse sono in braccia pavesi.
sisce a ovest e a nord, dove si allinea con l’alta torre medievale dei Beccaria, un andamento regolare, predeterminato dal tracciato delle vie di S. Tommaso e di S. Romano; si salda a sud con il « torrone » e con una terza torre contigua al giardino, allo studio (menzionato come nuovo e incompleto nel testamento del 1518) e alla casa piccola ereditata dal figlio naturale Polidamante.
   Citato nei documenti più antichi come il palazzo delle tre torri, sarà in seguito unicamente designato dalla sua emergenza più singolare, la torre « dal Pizzo in giù », fatta erigere dallo stesso Giasone.
[22]   Rilievo in braccia milanesi di Palazzo Olevano del 4 agosto 1786. Il Palazzo del Mayno è designato dal colore giallo per i muri demoliti e dal nero per quelli conservati nella riedificazione settecentesca.
   Nonostante il codicillo testamentario che ne aveva disposto la destinazione a collegio per dodici alunni di diritto, gli eredi legatari mantennero la proprietà e, nel corso del Seicento, la casa risulta affittata alla città e adibita a magazzino militare. Quest’uso improprio che ne decretò la progressiva rovina, determinò anche il mantenimento senza aggiunte, rifacimenti e superfetazioni della struttura originaria. Dalle perizie settecentesche stese all’atto di vendita della proprietà agli Olevano, non solo il palazzo di Giasone « ancor si contrassegna in fatto », come fu allora argutamente espresso, ma nitidamente si evidenzia nel tipo plani-
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