[63]  Planimetria. In nero gli elementi tardotrecenteschi e quattrocenteschi, in grigio le strutture più tarde.
[64]  Il circondario del Collegio nella Mappa Censuaría del Comune di Pavia del 1877.
[65]  Il circondario del Collegio in una mappa di Pavia del 1757.
semplice » in data 1541 (Archivio del Coll. Castiglioni, reg. I, cass. 19, cart. H) apprendiamo che la casa « vicina all’Oratorio del medesimo Collegio » viene affittata « con altro luogo contiguo » al Maestro Francesco Viter-bio che si impegna ad apportarvi « melioramenta utilia ac necessaria ». Nel 1636 questa casa (« ubi dicitur il Casino, sui coheret ab una parte strata publica mediante janua comuni per quam ingreditur et ab aliis partibus jura dicti Venerandi Collegii ») viene data in affitto a Guglielmo Cagnone.
   In una « Nota delle spese fatte nella fabbrica si dell’Almo Collegio Castiglione di Pavia, come anche d’altre case in altri luoghi del medesimo Collegio » per gli anni 1657-1666 (Arch. Coll. Castiglioni, reg. I, cass. 14, cart. C) si rilevano pagamenti relativi ad una attività di rinnovamento edilizio nell’ambito degli edifici del Collegio, che si intuisce di notevole rilievo. Si fanno, tra l’altro, « reparationi alle casette » (1657), si costruisce « la scala nova della cantina », si riparano i serramenti (1659), si aggiusta e si alza «il solaro delle sale» (1660), si ricoprono i tetti (1661), si squadrano « i travi per far il portico nel cortino della Casa attacco al Collegio» (1661).
   Le fotografie che mostrano lo stato della facciata prima del recente restauro indicano chiaramente che essa venne rimaneggiata nel periodo barocco, così come è palesemente avvenuto per alcune strutture interne (la scala, nell’angolo nord-ovest, di collegamento tra i vari piani, l’alzana): è probabile che questi lavori siano stati effettuati proprio in quel giro d’anni o poco più tardi.
   Nel 1695 il Collegio vende « certe case et edificii, corte, sedime » di sua proprietà che occupavano in parte l’area dell’attuale Piazza Ghislieri, come ben si scorge nella veduta del Ballada, al Collegio Ghislieri che le avrebbe abbattute per «agrandire e riquadrare» la sua piazza, in vista della sistemazione della statua di Pio V (Arch. Coll. Castiglioni, reg. I, cass. 14, cart. C). Dalla descrizione degli ingegneri Giovan Battista Quadrio di Milano e Siro Giuseppe Bossi di Pavia, chiamati ad eseguire la perizia sulle proprietà in vendita, si apprende che una di tali case doveva essere posta in parte dove attualmente sorge il muro di cinta che unisce verso la piazza la casa bassa contigua alla cappella e il vano dello scalone, essendo
coerente a tramontana a « detto Collegio de Castiglioni mediante in parte il Muro del edilizio che resta in piedi in testa la stalla del Collegio de Sig. Castiglioni et luogo che resta in piedi verso Strada et in parte muro di cinta da farsi da detto Almo Collegio Ghislieri nell’altezza con sua somità al livello di quella che si trova al Giardino di detto Collegio Castiglione ». In quella occasione venne anche raddrizzato il muro del giardino « ove si renda via più decoroso il sito ove si intende collocar la statua del Beato Pio Quinto », allargando il giardino « al piede del muro del scalone d’esso Collegio Castiglione ». Dunque già nel 1695 lo scalone di forme barocche era costruito.
                                                                                                      Nel 1724 una mappa dell’ingegner Marco Antonio An-dreolli (Arch. Coll. Castiglioni, Reg. I, cass. 14, cart. C)
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