^^titw^1, ' ZZm za non tanto sulla cronologia del santo, quanto sulle sue virtù, quasi per influsso del nuovo taglio allegorico 224 e metastorico. Quanto all'arco trionfale la cui costruzione era verosimilmente già prevista dalla fabbriceria, questo appare soltanto nella stampa dell'Ozzeni secondo un disegno che molto più tardi troverà realizzazione. Anche il Ma-nino, al pari dell'incisione firmata, cita tale arco, che però il vescovo Volpi non nota nella sua visita pastorale del luglio 1629, e che verrà descritto come esistente, ma senza la statua del santo, solo nel 1648.225 Con la caparra di cento lire consegnate ad Antonio Maria Crespi il Bustino, si inizia il 16 settembre 1628 l'annoso rapporto di committenza per le pitture della cappella della conferma della regola.226 All' artista fu riservata la migliore accoglienza: ospite, tra l'altro, per tre mesi in un letto di penne con coperte presso la signora Forti Cegalina e fornito perfino di due brente di vino buono.227 Tra quegli agi il Crespi portò a termine presto le pitture datandole il 24 novembre 162 9.228 Pagato a rate con gli affitti delle campagne, da cui la fabbrica traeva ormai in prevalenza il capitale per ogni spesa, il pittore di Busto premorì al saldo. Che venne concesso più tardi il 26 dicembre 1632 al castellano della Riviera come procuratore dei figlioli di Antonio Maria.229 La decorazione pittorica del Bustino, che nella firma tiene a riferire la sua residenza comasca, dà un'impressione immediata di elegante e raffinata stesura.230 È una 173