VITA DI ALBERTO DVRERO. lo,ma non Vergilio mai,Della qual cofa ne faccia egli il giudicio. Percioche niflìmo fpe-rò mai quefto,il quale non foIo,habbia letto i fuoi fingulari uerfi in quel genererei quale fono gli Epigrammi una in quello ancora, nel quale le forze non folo,fòno deboli alle cofe maggiorila oue ancora tutte le cofe fono aliene da quelle,& alcune anco brutte,& di shonefte. Per Iaqual cofa non polfo fenza rifo ricordarmi la fentenza Catulliana di coftui 3a quale dice,che'I Pio Poeta deue effere callo,Se non elTer bifogno di verfi|. In fatti non uolfe, che fulfe alieno da i fuoi uerfi quello, che in parole uituperaua. Hora lafciamo i Poeti. Quanti Poeti fono flati,o più tollo qual Pittore è flato fra tutti, il quale nelle fue opere non moftri la fua natura ? Non parlerò io de gli antichi contentandoli! de gli ef-fempi da i noftri tempi. Chi non sà,che molti hanno cercato d'acquiftarfi la laude,& ad-miratione del uolgo col dipingere cofe aliene,i quali fecero (lampare nelle fue tauole, o carte quelle cofe,le quali non fi polfo fare honeftamente fe non di nafeofto, anzi quelle, chenonfipoflònofare,nedinalcoftofenzafcelerità,e vituperio? Habbiamo uifto ancora alcune pitture ben colorite certo,nelle quali II vedera l'ingegno,Se diligenza del pittore, ma ui mancaua in tutto l'arte. In quello luogo noi dunque ragioneuolmcnte ad-mireremo Alberto Durerò,diligentiflìmo cuftode della pietà, & della vergogna, & che attendeua alla grandezza delle pitture Capendo eglimolto bene quanto valelfero le forze lue in tal modo però,che nelle lue opere piccioli non ui fulfe colà da (prezzarli,nelle quali non trouerai alcuna linea tirata fenza cagione,ne fuora del luogo fuo,, ne punto alcuno iouerchio? Che debbo io dire della fermezza, Se certezza della fua mano ? ogn'uno giurerebbe,che le linee,che gli faceua col penello o penna follerò tirate, ò con la riga, ò con la iquadra,ò co'l compaflò,la quale non elfendo fatta con alcun aiuto,daua grandiilìma ma rauiglia a chi le vedenano . Che dirò io di quelle figure,che fpeflc volte egli fpiegaua in carta, con la penna,per dare forma a quelle cofe,che fouente le veniuano nell'animo?Nel-la qual cofa quello forfi pareua a i lettori di marauiglia, che facendo egli parti di hifto-rie,& di corpi fra loro dillantilfime, nondimeno quelle iftelfe gionte infieme cofi fi con-faceuano,che non fipotelfe ritrouarecofa alcuna più accommodata, ne più conuenien-te. Ciò nafee perche la mente d'un'artefice Angolare ornata d'ogni cognitione, Se della intelligenza della verità,& del confenfo delle parti fra loro modera,& rege la mano, che vuole,che fi fida di lei fenza alcun altro foftegno. La medefima prontezza haueua egli nel tener il penello,col quale dipingeua qualunque cofa minutilfima in tela, o in tauola, fenza l'hauerfi prima fatto alcun difegno: le quali opere nondimeno erano tali, che non folo, non fi potelfe riprendere in quella cofa ueruna,ma folfero degne di fomme laudi. Quello parue molte volte degno di molta merauiglia i pittori dignilfimi di molte Iode,i quali quantunque lì fuflero affaticati in queflo,nondimenouitrouano molte difficultadi. Non polfo fare,che non racconti in quello luogo quello,che occorfe fra coftui, Se Gio. Bellino. Coflui era cellebre pittore in Venetia,& per tutta ItaIia,oue uenendo Alberto, & hauendo fatto famigliarità facilmente con Gio. Bellino, & come fuole auenire, hauen doli moftrato l'uno all'altro diuerfe opere,Alberto amirando, e celebrando fincermcnte tutte le opere di Gio. Bellino, liftelTo Bellino laudando ingenuamente, & le altre cofe tutte,ma fingoIarmentelafottigliezzadeipeli,che vedeuano nelle opere di Alberto, & accadendo parlare dell'arte,poi c hebbe finito,dilfe Bellino farciti cariflimo amico vnfe-gnalato fauore ad un uoftro amico ? Se mi dimandarette qualche colà,che io polla,o Bel lino lo conofoerai. Vorrei dilfe Bellino haucre da uoiin dono uno di quelli penelli,co* quali uoi folete farei capelli. Alberto allhora non perdendo tempo cauò fuora molti pendii limili a gli altrùi q uali ufaua l'iftelfo Bellino ancora,^ li dilfe ,|che elegefle quello che egli uolelfe , fe non uolelfe elegerli tutti 5 Bellino allhora penfando di edere ingannato dilfeiio non aiceua di quelli, ma di quelli,co i quali,fete folito in una tirata fola,fare molti capelli,o molti peli,i quali bi fogna,che fiano fpariì,& alquanto larghi fra loro,perche follerò altrimenti non fi potrebbe feruare tanta vguaglianza ne i piegamenti,& nella diftanza. Allhora rifpofe Alberto,non mi feruo d'altri,che di quelli, la qual cofa vi faro manifefto col effempio,& tolto vn penello di quelli, c'haueua cauato fuora formò capelli lunghiffimi, & flelfuofi, come fono particolarmente quelli delle donne, con ordine coli fermo,& via ficura, che vedendo ciò Bellino refto ftupefatto, ilquale dopò dilfe a molti,che non hauerebbe creduto ad alcun'huomo quello, che elfo uidde co i propri) occhi.