Si LETTERA TERZA ORIGINALE INEDITA D’ANDREA ARR IGHETTI AL P. AB. CASTELLI. «SS*» ttS^&b Molto Reverendo P. Ab^te In querto punto ho ricevuto la gentiKfflma lettera di V. P. M. R., n^lla quale veggo con quanto affetto mi vada tuttavia continuando la fua buona grazia ; di che le rcfto obbligatiffimo . M’ è paria iqarav.g'iofa h confiderazione di V. P. circa gli sfiata-toj, cioè che operino iolo nel dar l’acqua a’ condotti, quando però 1» a.qua debba rifalire ai m de fi me livello della confèrva, come feguc nel noUro calò; poiché com e niahta quali al mcdefimo livello, ceda qu-da forza, che fa l’acqua nel difendere per il condotto, e; per con-feguenza di premere, e condenfar l’aria rinchiufa, nducendofi $. muoverli con velocità quali infenllbilc . Non redo io ancor ben capace della difficoltà, che muove V. P., perchè i condotti forzati difficilmente ficonfervino, Picchè del continuo non abbian bifogno d’edere re-flau.ati, come fegue del condotto della S. Cafa, maffime fe per acque forzate intendono, quando debbono tornare quelle al medeiìmo livello della prefa dell’acqua, conforme al nodro: nel qual cafo, rimediato che fiafi alla violenza, che gli può fare l’aria rinchiufa nel dar l’acqua al condotto, non crederei, che il condotto folte per durare ftraordina-riamente fatica, come feguirebbe, quando la moftra folle-più bada della prela } e eli. mediante quella caduta l’acqua avelte cagione d’accelerar-fi’ e d' ff