DEL GulDUCCI, 6 r non avranno modo di (calare l’acque piovane ; e quello balordo ha penfato di lafciare il letto vecchio , che ferve per contrafFoifo, per condurvi , e ricapitare l’acque piovane . Ho detto, e dico, che noi avremo due fiumi , che in tempo di gran piogge verranno tutti due groffi, e traboccheranno ; perchè la mifura dell’ acque farà a ogni modo la fteiTa ; perchè non avranno la medefima velocità ; tanto più, che i’acque piovane non avranno conceputo l’impeto, che ha Bi-fenzio, il quale viene dai monti di Vernio, che fono 1’ alpi ficchè faranno il medefimo danno, che fa ora Bilènzio con tutte 1’ acque . Se a Vofira Paternità fovviene in quello propofito qualcofa oltre alle cofe ftampate, mi farà grazia a fuggcrirmejo . Stamane fono fiato col Sig. Auditore Staccoli, e avendo dette molte cofe in quefio particolare, ho detto, che Vofira Paternità me n’ha fuggerito parte ; febbene prima quello, ch’io avea detto, 1’avea imparato dal fuo libro. Mi pare, che l’autorità fua faccia colpo, e che renda pure confiderabile quello negozio; mentre fi vede, ch’ella è di contraria opinione all’Ingegnere; ficchè feguirò a fpacciare la fua dottrinala quale fola dovrebbe ballare, lènza il nome; ma apprettò a quelli leggifti mi pare, che vaglia più 1’ autorità del tefto, che la ragione. Circa quello particolare vedo, che ci è fcarfita de fuoi libri; ficchè quando fotte con fua buona grazia , lo farei riftampare, che farebbe di grande utilità al pubblico, che lo vuole, lo potette avere. Afpetto d’intendere fe ella fe ne contenta; e fe ci avelie da aggiugnerc qualche cofa , ci fi metterebbe. Quanto a fanita, non polliamo negare, che non ci fia del male, ma non è già tanto, quanto li dice fuora. Lafciava di dire, che il Monafte-ro di Badia in quello taglio verrà anch’ elfo danneggiato, che il taglio ha da pattare anch’etto per i beni del Monallero; ficchè oltre la grazia, e ¡avere, che mi fa, fcrivendo in quefio negozio, fa ancora utile al fuo Monafiero. Sono più fettimane, che non ho veduto il Galileo: fo, che ila bene. Piaccia ai Signore Iddio confcrvarlo infieme con noi altri; e a V. P. laccalo riverenza, le prego dal Signor Iddio ogni più bramata felicità. Di Firenze zd. Ottobre xó jo. Di V. P. M, Reverenda ~ Ohbì,m0 ,ed Aff-™ Servidore’ , Mario Guiducci.