del P. Ab. Castelli. 27 ne del comandamento fattomi, trapanando fotto filenzio diverfi altri capi, ancorché importanti, com’è il confiderare la negligenza, che s’ufa in nettare i fotti, e cavare i loro convenienti fondi ; la neeelfità, che farebbe di ferrare il folio nuovo, che mette in Serchio, perchè così aperto viene ad etterc alle volte di grandittimo pregiudizio; il non rimettere a’ tempi debiti Tacque del molino di Pratale in Arno, e mandarle in fiume m. ; il permettere di molti trabocchi del folio di Libra-fatta per le cateratte, e per altre ftradc ; le quali co fe con di molte altre tralafcio , perchè eccedono l’ordine, che V. A. mi diede, che fu folo di confiderare le ragioni, per le quali fi dovea tenere la bocca di fiume m. aperta in mare, c chiufa in Serchio; e con quello nn protetto d’aver avuto per fine il buon fervizio del Serenittìmo Gran-Duca, del. Signor Pr. Don Lorenzo, e de’ fuoi popoli, e valialli; e fopra tutto d’elicrc venuto con la verità in mano, da me iempre tenuta per vera anima di tutt’i negoz). Nel retto fon femprc pronto a mutar parere, quando mi fia mottrato più fano, e favio configlio, promettendo di reftare obbligato a chi mi leverà d’errore; e finalmente mi rimetto in tutto alla fomma prudenza di V. A. S., la quale Dio benedica, confervi, e feliciti in’molti anni. FRAMMENTO ORIGINALE D e IT t ft cfSO P. abate castelli INTORNO LE CATERATTE DI RIPARO T TI., Che va annejfa alla Serie fura inforno al Lago di Bientina. P FL quefie cateratte di Riparotti debbano necettariamente ettere al-aigafe, fi conofce chiaramente dalla flruttura delle cateratte di Vico, le *ì an fo o b.n fatte, ed atte a ricevere l’acqua della Serrezza, e non impedirono nel fuo corfo; e però fi debbono reftrignere quelle di D 2 Vico,