del P. Ab. Castelli; 13 que traboccanti da! Serchio, le quali poi tutte vengono a traboccare nel lago di Bientina, con danni grandi, ed ineliimabili . Mentre io andava riconofcendo col fuddetto olle della Canovetta le riviere del Serchio, il medefimo mi dille, che i Signori Lucchefi aveano l’anno paf-fato quali terminato d’arginare il Serchio, continuando un argine antico affai groffo, forte, ed alto, per mantenere in ubbidienza il Serchio fino a Librafatta, il qual argine ora fi truova per la maggior parte dillrutto; ma poi non s’era ftabilita cofa neffuna per la difparità de’ pareri, dubitando ( diceva l’offe ) , che quando foffe rifatto il detto argine , occorrendo che il Serchio rompeffe, 1’ acqua poi non farebbe potuta rientrare nel fiume: ma la verità, cred'io, che fia, che mantenendoli il Serchio, e tutta la fua acqua d.ntro tal argine, correva pericolo, che rompendo addoffo alla Città, non faceffc qualche gran rovina, come feguì gli anni addietro, che facendo violenza alle mura, fece rovinare un baluardo d'elle} e però io credo, che quello timore, e gelofia potrà eflerc la cagion principale, per la quale i Signori Lucchefi non fi ri-folveranno mai di fare in buona, e lodevol forma il detto argine. E quanto a quelle provvifionceile, che fi fanno di prefente, fi vedono tutte fatte, affine che il fiume non roda le ripe, e qualche podere di particolari , ovvero per una femplice apparenza ; ma non già che poffa mai edere rimedio reale di mantenere in totale ubbidienza quel fiume : e tutto quello, che io ho rapprefentato, farà fempre ancora rifeontrato per vero da qualfivoglia , che conliden bene quelle campagne, e que’ fiti, ed in particolare le reliquie di quell’argine antico rovinato, ed abbandonato, con que’ arginetti, con li quali fono circondati, e ditcfi tutti i poderi; manifcfliiìimo argomento, che le acque, che feorrono, e traboccano, arriverebbero a quell’aitezza. E quello è quanto io ho offer-vato in quello negozio ; dalle quali cole mi pare di poterne cavare le feguenti confiderazioni, cd avvertimenti. E prima, come s’è detto di fopra, che farà di grandiffìmo benefìzio riformare le cateratte di Riparottoli in modo tale, che dieno più libero efito alla Serrezza in Arno, «ducendole a tre, o quattro larghe, e capaci, com’ è quella di mezzo ; perche non foio verranno a fgorga- re