6a Scrittura Paternità in rifpofta della fua de’ 15. del corrente; mentre con tutto 1' animo la priego a continuarmi la fua grazia. Firenze 29. Ottobre 1Ò39. Di Voftra Paternità Molto Reverenda Affcxionatìjfimo Serv'ìtove Andrea Arrighetti. LET.TERA ORIGINALE INEDITA DI MARIO GUÌDUCC! A L P. AB. CASTELLI. J^-Endo grazie a Voftra Paternità Molto Reverenda del fuo parere mandatomi circa il taglio difegnato ; e quanto all’ efempio del fiume La-mone, credo, che ci abbia a giovare affai; e ne ferivo a Monfig. Corfini, il quale è anch’egli intereffato in quello lavoro, che fi tratta di dirizzare il nuovo letto per mezzo i fuoi beni, e aveano tirato la dirittura a un enfiamento grande , che hanno i Signori Corfini in quelle parti ; ma poi avvedutili del gran danno , e così evidente, che gli davano, hanno piegato da una banda , ma però fie gli avvicinano a ogni modo col fiume. Monfig. potrà ficrivernc come intereffato, e potrà raccontare i danni , che ha cagionato il Lamone . Io avea penfiato, e meffo in carta i danni, che fuccederebbero ; ma non avea penfiato alle fiorgenti, eh’è punto importantiffimo, c quando aveifimo ficurezza dell’argine, e anche faceffimo un muro, a ogni modo da quello inconveniente delle (ergenti, che rampollerebbero per li campi, non fe ne libererebbe, e il negozio, che l’Ingegnere ha propofto con una fpefa di 15000. feudi-, non li effettuerà nè anche con 100000. Io ho detto , e fcritto, che nelle piene un alveo di più non ferve a niente ; perchè quello Ingegnere s’è accorto, che non li abballando fiotto il terreno più di 3. braccia , come nel fiume farà 3. braccia d’acqua, i campi adjacenti non I