DELL* A R RIGHETTI. s 3 Però fuppodo vero tutto il fuddctto difcorlò( intorno al quale delidc-ro fcntire il iuo parere J, e che dubitammo,che , mediante il dover rifa-lire l’acqua in Buboli al medefimo livello,o poco meno, mediante i fud-detti impedimenti , quelle due canne non fodero per eller ballanti a condurci tutta quell’acqua, e che voleflimo condurcela tutta, come pa* re , che fia ragionevole , defidero fentire la lua opinione circa i rimedj, che parrebbe a V. Paternità, che ci potettero edere per condurre in Boboli tutta quell’ acqua più ad alto, che fode podi bile ; e fe crede, che il procurare d’ accrelcere la lezione, dove lcema la velocità, acciò fupplifca con la maggiore lua mifura, poda eder rimedio badante; poiché fi potrebbe dal Ponte vecchio in fu, daddove s’incomincia a falire, fa-re le due canne più capaci, o sì vero ( c quedo mi piacerebbe più ) metter da detto luogo in iu tutta l’acqua in una fola canna più capace delie dette due inlieme prefe . Però la priego a farmi grazia di dirmi liberamente la fua opinione fopra ciafcuno di quedi particolari, e d’in-formarfi per amor mio di quanta da la capacità delia maggior canna , che (ìa codi a cotede fontane ; perchè quedo Ingegnere perfide, che non fi poflano fare maggiori d’ un quinto di braccio in circa, con favo* rirmi di mandarmene la mifura, e la quantità del fuo pefo per ciafcun palmo, acciò, edendomi data data la cura di quedo negozio, poda di-.re ancor io qualche colà, c conforme al mio folito, farmi onore delle fue fatiche. Sto afpettando in oltre di fentire,fe fra tante fontane, che fon codi, abbia trovato calo alcuno fimile al nodro,che l’acqua debba tornare quafi al medefimo livello ; e fe ci abbia fatta oflervazione "alcuna ; c che fopra tutto mi faccia grazia d’intendere in qualche maniera, fe fia vero , che dal Cav. Radi fia dato fcritto codi al Gav. Bernini fopra quedo negozio ; poiché lento fa grande fchiamazzo appreifo i Padroni dei parere di detto Bernini, ed io non credo adòlutamente , che fia vero, non avendo per anche modrata lettera di fort’alcuna. La priego a feufarmi, fe 1’ ho tediata troppo lungamente con quede mie debolezze, incolpando di tutto la fua infinita gentilezza, dalla quale mi prometto ogni grande feufa, mentre duplicandola continuarmi, fic- co-