DEL P. Ab. Castellt.     11
   Rettami, che io offerifca a V. Ecc. quello, che di già è obbligato , cioè la mia devota fervitù, ed opera; e le fot umile riverenza -Di V. Ecc.
                  Di Roma li 21* di Settembre 1640.
           SCRITTURA INEDITA
                     Del P- Ab a te
  D. BENEDETTO CASTELLI
             SOPRA IL LAGO DI BIENTINA-
H<Unedl 22. Novembre 1639. partito da Firenze arrivai in barca 1$ fera a Vico Pifano, ben ricevuto dal Fattore del Serrno- Sig. Principe Don Lorenza, e nell’entrare nella Serrezza ebbe difficoltà la gondola a pattare le cateratte di Riparottoli , per la fùriofa corrente, che a. veva l’acqua della Serrezza, la quale venendo foftenuta dall’impedimento delle cateratte, traboccava con impeto grande alla volta d’Arno , che allora fi ritrovava affai baffo, e con poca acquai dal qual acciden-te fi conofce chiaramente, che farebbe benefìzio grandiflìmo per li Signori Lucchefi ridurre le 6. cateratte laterali , affai angutte, a due fole , e con quella di mezzo tre della medefima larghezza 5 perchè così la Serrezza avrebbe più libero 1’ efito in Arno, ed in confcguenza il Iago fi manterrebbe più baffo con benefizio de’ Signori Lucchefi, e i fedi della Serrezza, e di Prato grande, di Bientina, e di Vico follerebbero molto meglio di quello fanno di prefente. Offervai ancora, che il letto della Serrezza da Riparottoli fino a Vico è affai ripieno, ed ha bifogno d’effere ricavata per il medefima fine; imperocché quanto l’acqua fi muove con maggiore velocità, feema di mifura, e fi mantiene più baffi conforme a quanto è fiato dimofirato da me nel mio Trattato della mifura deli’ acque correnti -
                      B a            IT