Di S-Benedetto Abbate. 65 gi ? Gum per ignota loca, Pie r Damiano ve Io racconta ,foitis Viator incederet, ubicunque bivium occurrebat, duo protinus juvenes videbantur ajfìfiere , quifibi quo progreffus dirigere debebat, indicarent. gfi nimirum juvenes, qui alii credendi [tint, nifi Angelici fpiritus adfandi i viri cuftodiam defiinati . O bell’occhi del Santo mio , che Pindrizza-rono à carriere di gloria, e lo dimoftrarono al mondo un nuov’Elifeo della Chiefa coti: ifpirito duplicato: Qifdni, conchiude faggiamente lo ZJcrda)(r') Monachorum Pater, & Dux , qui in fpiritu duplicato Blifitum imitatus eft, duplici Gcelefii fpiritu muniretur. Mà Signori, condonatemi incortefia quella brievej digrelfione, che fù un puro sfogo dell’animo, in olïê-quio di Benedetto , per averlo concepii to di maggior grandezza, à riguardo de’più preggievoli Pdraninli del Gielo. Non vò, non vò farvi /tentar oltre à capire i meriti del fuo Valore , e fe mi folte conceduto parlar con libertà , fçnz’offendere le voftr’orecchie, con un folo /guardo del noflr’Abate inchiodarci la ruota alle fortune di tutti i Santi. Lo dirò finalmente. Già su le pruine nel Tribunale dell’umanata Sapienza ne fù. fpedita la facoltà : Majora horum faciet. O’ detto. O’ detto, che Pifteflè maraviglie oprate da Grillo , cedono il vanto all’onnipotenza del Divo mio, e pur’è vero, che fervi ella per un’accrefcimento alle glorie accidentali di Cri--fio. All’imprela ? Tenti Grillo difcioglier. lacci, di romper l’altrui catene ? Eccovi Lazzaro Defonto di quattro giorni ? Per richiamarloalla vita, non fi vede oziolo tutf aflieme il valore del Nazareno . Gli occhi fan diluvio di lacrime ; fe gliturbainfenolofpirito; la lingua alza al Cielo le voci ■ i piedi ravvicinano al dolorofo fepolcro. Allegramente? Lazzaro è già rifor-to : Etfiatirn prodiit, qui erat mortuus.. Alà che miro? Che fune- {cft WPetrfiyam.ferm.^., in Virg. S. Bencd. Zerd« in ^3° judichvcr.z flitter.cotn.n.9.7*