V).
                    noi Saprei y tanto più che affai n imbarazza V affare predetto delle Mefje. Tuttavia ciò lafciando al migliore giudeo àt p,u avveduti conofeitori, ad altri due Capi faccio paffaggioy dt cut fiimo qui neceffarioy o Lettor mio umanifftmoy                     avvija-
                   to per intelligenza maggiore di quanto in appreso fi eggera.
               Verte il primo circa la Moneta Camerale y della                        a cune
                   fuffeguenti Gride vien fatta menzione , e che tale fi enomina , perché con rapporto alla medefitna pagavanfi y e fi pagano t pep ,
                   <r diritti dovuti alla Camera del Principe. Sono cosi frequenti i cafi, ne quali conviene ricorrere a queflo ragguagio , e Jono tante le Univerfitta, * Particolari, che hanno iuterefie nel mede-fimoy che fi imo neceffario dare qualche idea di quefta iverjt * Monete. Quantunque fia molto verifimile, che epa corninelajj ad ufar fi da tempo anticbijjimo5 io però non ho potuto pjjarne epoca precifa, nè tampoco aderire, qual proporzione la one Camerale fuddetta nelle età a noi più lontane ave fi e con . tra ordinaria, e plateale : So bene, che fin fòtto li 2 9* a„r 162.9. fu fatta appofta la Tariffa y che nella predente mia r colta fi vede inferita alla pag. 16., nella quale fu preferì ^ valore delle Monete da ricever fi nell£ Sa line y e Dazi 1              *   .
                   Serenìssima. Tra le altre Monete in effa tariffate fi ved Ducatone Lombardo, 0 vogliam dire d argento^ Lombardo, J Semplicemente detto cì* argento, oppure d Italia ( ¿faccf tutto quefio vuol poi dire lo fteffo ) e li forge* che egli fu a ora valutato per Ltr. 6. ty.jeaoW ijtefja regola con altra Grida pubblu cata li 15. Maggio 1658. fu ordinato che doveffe vamorfi ne pagamenti Camerali, quantunque nel corfo comune della Piazza fetto li 7. Dicembre 165 7. foffe tariffato per Lir. 8. 15.5 * iotm to il primo Giugno 1659. arrivaffe a Lir. come fi ve rane la mia prefente raccolta alle pagine 24. 25. Onde ne venuta una regola, di cui d* allora in qua fi vale cofiantemente a u cale Camera, ed è, che trattando fi di Moneta Camerale antica, ad e(ja fi aggiunge un terzo per ridurla in Camerale moderna, ed a quefta nuovamente un nono s accrefce per renderla corrente y e di queft ultimo afjerto ne può far chiara fede a ri a pubblicata fitto li 2. aprile iyii-y e riportata tn quefta mia raccolta alla pag. 36. Ter efempio di tutto il fin <jut “ettOy jup* P'ngafi Lir. 6. 15. di Moneta Camerale antica y le quali fi cerchi a quanto equivalgano di Camerale moderna y ed a quanto 2                        ® ‘ '                                     tnrren-