Delle Leggi. Lib.XII. Cap.VI. i£
  più non s’ufa la domeflìea educazione ; come pref. lo gli A fiatici y ove i privati hanno moltiflìme mogli, che elfi difpregiano , mentre gli altri aver non ne poiiono. Ch’ei non fi dia anfa a quello delitto;’ che fi proferiva con un’piatta polizia , come tutte le violazioni de’èofìumi; ed incontanente vedraifi , che la natura o difenderà i Tuoi diritti , o tornerà a riprenderli. Dolce, amabile^ cara , ha eiTa fparfi con mano liberale i piaceri; e col ricolmarci di delizie , ella ci difpone , per mezzo di figliuoli , che ci fanno , per così dire , rinafeere , a foddisfazigm maggiori di quelle delizie medefime.
                       CAPITOLO VII.
                       Del delitto di Lefa Maeflà.
  DEeidono le Leggi della China, che debba elfer punito colla morte chiunque manchi di rifpet-to aUTmperadpre. Siccome elle non definitalo eh« cofa fia il mancar di rìfpetto , così tutto può day pretello per toglier la vita a chi fi voglia, edefter-minare quella famiglia, che fi d prefa di mira.
     Due perlòne incaricate di far la gazzetta della Corte , avendo in un certo fatto polle delle circo-ilanzc , che non fi verificarono , fu detto , che il mentire in una gazzetta della Corte era un mancar di rifpetto alla medefima , e perciò furori fatte mq-* rire (a).
     Avendo un Principe del fangue , fenza avvifarfe-lo, fatti alcuni fegni fopra un memoriale fottoferit-i to col pennello roffo dall’ Imperadore, venne decifo, che avea mancato di rifpetto al medefimo, e quella produlTe contra quella famiglia una delle più terribili perfecuzioni, delle quali abbia mai parlato \'\r fioria (b) (i) f
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     ( a ) Il Padre du Halde, Tomo L p3g. 41-
     *b) Lettera del Padre Parennin nelle Lettere Edili' canti,
     ( * ) Queflì due fatti pnt ovatto affai che i Cittef futa tuttavicTharbari,