V —™ ( IV ) cui nome èr e farà Tempre più grande di qualunque elogio ^ fi fece folo una premura di mettere fiotto I’ occhio de’ Tuoi Concittadini I’ antica gloria , il valore , e le ricchezze della Repubblica, quando per il Tuo florido Commercio fù I’ emporio di Europa , e di animarli ad imitar fempre il genio, il travaglio, e 1’ indugia de’ loro Maggiori. Ora dovendoli qui riprodurre i Saggi del Sig. Hume, io ad efempio del Sig. Dandolo ho flimato bene di premette-re ai medefimi un Difcorfo fui Commercio di Sicilia. Anche la Sicilia fù un teatro di grandezza , di magnificenza , e di ricchezze nelle epoche più gloriofe di Atene , e di Roma . I due celebri Porti di Palermo, quello di Meffi-na e di Catania non invitarono i Fenicj , i Greci , ed i Romani a trafportarvi le loro Colonie ? La gran Siracufia, la prima Repubblica che tra le Greche fiorì in Sicilia , qual gloria non acquiftoilì da tutto il Mondo per mezzo delle Scienze, delle Arti, del traffico, e dell’ induitria ? Dell’ eccellenza delle fue manifatture ne abbiamo ancora documenti troppo vivi nelle medaglie , che fanno il più bello ornamento de’ noflri Mufei. I campi dei Leontini *■'' quali elogj non meritarono dal Principe dell’ Eloquenza Romana ? La magnificenza ed il lufilo dell’antica popolata Agrigento rifcofle la ma-i xaviglia delle Nazioni più floride e ripulite. Celebre fu 1’ emporio de’ Segeftani , e quello de’ Selinuntini. Scipione Africano il minore trovò in Termini Imerefe la fua delizia , ed i Preto-T Romani fidarono per molto tempo il loro fog-giorno in Lilibeo, Città famofa, ricca, e piena di Popolo . Il nome delle due Ible fù troppo celebrato dagli Storici e Poeti più rifpettabili del-