Delle Leggi . Li*. XXV. Caio II. 71
   che ciò fi vede a maraviglia fu i teatri: dove fiamo ficuri di piacere al popolo con fentimenti approvati dalla morale, e certi di difguftarlo con quelli, eh’ ciTa difapprova.
    Quando il culto citeriore é accompagnato da una grande magnificenza, fiamo lufingati, e ci Tentiamo un grande attacco per la religione. Le ricchezze de’ Templi, e quelle del Clero molto ci attraggono. Così la miféria fletta de’popoli è un motivo, che gli affeziona a^ quella religione, eh’è fervita di prefetto a coloro, i quali hanno cagionata la loro miferia.
                                CAPITOLO IIL De Templi.
   OUafi tutt’i popoli colti abitano ne’cafamenti. Quindi è nata naturalmente l’idea di fabbrica-re a Dio una caia, ove pottano adorarlo, ed andare a trovarlo quando temono, o quando fpera-no {a).                          ^
    Di fatto non vi ha cofa, che tanto Rnfoli gli uomini, quanto un luogo, in cui trovino la Divinità
                          ; E 4            più
    (a)   Sarebbe per avventura pur vero , e più dicevole il dire, che la nectffità d’iftruire il popolo, di farlo fowenire de proprj doveri ed obbligazioni, e di predicargli i dogmi della fua religione èia prima cagione, che moveife gli uomini a fabbricare a Dio una cafa . Non fi vede egli ne* luoghi, ne* quali è proibito a certe Sette l’aver templi , che formano delle aflemblee di divozione in cafe private, edanche all’ aria aperta/ Fabbricherebbero Cappelle, e Chiefe, fele leggi civili noi vietatilo con pene; prova molto evidente, che i templi non riconofeono la loro origine dall* ufo di ilare in una cafa , ma dalla neceflìtà di trovarli uniti , e da’ comodi , che fi provano a far ciò ai coperto. Potrebbe dirfi, che la fteflfa cagione, che ci fa fabbricar delle caie , ci fa fabbricar delle Chiefe, e direbbefi il vero : mentre ciò è appunto per iftar più agiato . Ma non è 1' idea del noftro Autore, in cui vi è una fpecie d’ironia molto poco dicevole al {oggetto . ( Rifletti d’.un A non. ),