X ¿or x nobile e generosa disprezzatriee delle ricchezze, che con un’arte cotanto profittevole: abbia preferito di yivere nell’umiliazione, e nello stento? E perchè gli uomini dello stesso paese si recano a vergogna d’impiegar le loro mani in così ricco mestiere, ed eleggono piuttosto quello di carbo-najo, di facchino, di purgator di fogne? Le gonne squallide e cenciose di codeste operatrici diprodigj fanno ben chiara fede, che la lor arte non vale a moltiplicar le ricchezze. Io vi do per una moneta , disse un vagabondo lacero e mendico ad un filosofo, io vi do, se vi piace, il segreto di far l'oro. Il filosofo diede una occhiata ai cenci del ciurmatore, e non gli rispose, che con un sogghigno. Onimetto qui di ripetere, che il prezzo de’ merletti, a guisa dei tessuti di Coo, non e che l’aggregato di tutte le consumazioni fatte per lunghisssimo tempo da una gran turba di femmine, abbenchè meschinamente pasciute. Ma qual altro è il motivo , che nella stessa manifattura v ha una si estesa gradazion di prezzi secondo la rozzezza, o la squisitezza del lavoro, se non perché ciò eh’ è rustico e grossolano esige minor tempo e spesa di ciò eh’è raffinato e forbito? D’onde avviene, che le manifatture costino d’ordinario più nelle città, che nelle campagne? Sono forse più ingegni gli abitatori delle campagne, le loro mani hanno forse sei dita , o i loro mesi più di trenta giorni? Ognun vede ciò nascere dall’ esser più caro del campestre il vivere urbano. Ond’è che le pregiate mussoline del Bengala sieno colà a sì buon mercato ? JÉ noto che gl’ Indiani tessitori non vivono comunemente che di riso, di cui prodigiosa è l’abbondanza , ed abbietto il prezzo nelle fertili e vaste pianure