iv meni!, e ch'egli efige non meno nel baffo Popolo, che ne i Principi, e Re della Terra: quella Virtù, dilli, im-portantiilima, che Carità Crìftiana il nomina, e i fuoi mirabili pregi, e le vie diverfe di efercitarla, fi propongono 5 fi rifehiarano, fi configliano nel prefente mio Trattato, ove fon'anche accennate le arti oppofte del foverebio Amor proprio, che accieca il Mondo. Ora al profpetto di sì nobile edìfizio (così l’avelli io ben faputo alzare e compiere, ficcome effo fel merita) fpero ben’io, che la M. V.,a cui ofo di riverentemente confecrarlo, fi rallegrerà e delTaffunto da me prefo, e del defiderio mio di mirare maggiormente propagato il Regno della Carità : poiché quello in fine è il Regno vero di Grido. Anzi vo fperando, che il magnanimo fuo genio ila per benignamente approvare Taver’io creduto, che niuno più della M.V. foffe per accogliere con gradimento e la fatica mia, e la rifoluzione di dedicarla al fuo Auguftiifimo Nome. Non fono io già qui per prefentare in una Dedicatoria un Panegirico a V. M., benché* il campo nc fia vadiffimo al confiderare le fue forti imprefe in guerra, e i Regni dal fuo valor conquidati, e il faggio fuo governo, e quell*altre Virtù, per le quali la M. V., che dà Legge a tanti Popoli, fa ben conofcere, eh*Ella fa d’avere fopra di fe un