$<( 32 )>©
                  eh’ ella non è un mezzo opportuno per ifcuopriré la verità, come potrà ella fervire a fvelare i complici , che è una delle verità da fcuopririì ? Quafi che PUomo, che accula fe Il e (io, non acculi piu facilmente gli altri. E’egli giullo il tormentare gli Uomini per l’altrui delitto? Non fi fcuopriranno i complici dall’efame de’ Teftimonj, dall’efame del reo, dalle prove , e dal Corpo del delitto, in foinula da tutti quei mezzi medefimi, che debbono fervire per accertare il delitto nell' accufato? 1 complici per lo più fuggono immediatamente dopo la prigionìa del compagno; l’incertezza della loro forte gli condanna da fe fola all’efuio, e libera la Nazione dai pericolo di nuove oflfefe , mentre la pena del reo, che è nelle forze, ottiene l’unico fuo fine, cioè di rimuovere col terrore gli altri Uo. mini da un firail delitto.
                    Un’ altro ridicolo motivo della Tortura, è la pur* fazione dell’infamia, cioè, un’Uomo giudicato infame dalle Leggi deve confermare la fila depofi-zione collo slogamento delle fue olfa. Quello abu» fo non dovrebbe elfer tollerato nel decimottavo fe-colo. Si crede che il dolore, che ò una (calàzio ' ne, purghi 1* infamia che è un mero rapporto mo. rale. E'egli forfè un crociuolo ? E l’infamia è forfè un Corpo mirto impuro? Ma l’infamia è un fentiraento non foggetto nè alle Leggi, nè alla ragione, ma alla opinione comune. La Tortura me-defiraa cagiona una reale infamia à chi ne è la vittima . Dunque con quello metodo fi toglierà l’in-«           famia dando l’infamia.
                    Non è diffìcile il rimontare all’origine di quell* ridicola Legge, perchè gli ailurdi ftelfi, che fono da una Nazione intera adottati, hanno Tempre qualche relazione ad altre idee comuni, e rifpet. tate dalla Nazione medefima. Sembra quell’ ufo
                                                              PtelTo