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definire a piacere ia virtù, ed il vizio , che ci ven-gono predicati eterni, ed immutabili. A che farem. mo ridotti, Te ci doveiì'e effer vietato tutto ciò , che può indurci a delitto? Bifognerebbe privar l’ no. mo dell’ufo de’Tuoi fenii. Per un motivo, che fpinge gli uomini a commettere un vero delitto, ve ne fono mille, che gli lpingono a commettere quelle azioni indifferenti, che chiamanti delitti dalle male Leggi ; e fe la probabilità dei delitti è prò. porzionata al numero dei motivi, 1' ampliare la sfera dei delitti è un crefcere la probabilità di commec» terli. La maggior parte delle Leggi non fono che privilegi, cioè un tributo di tutti al comodo di alcuni pochi.
   Volete prevenire i delitti? Fate, che le Leggi fian chiare, femplici, e clfie tutta la forza della Nazione fia condenfata a difenderle, e neft’una parte di eiTa fia impiegata a diftruggerle. Fate che le Leggi favo-rifcano meno le Galli degli uomini, che gli uomini Beffi . Fate, che gli uomini le temano, e temano efTefole.il timor delle Leggi è falutare, ma fatale, e fecondo di delitti é quello di uomo a uomo. Gli uomini fchiavifono più voluttuofi, più libertini, più crudeli degli uomini liberi. Quelli meditano Tulle fetenze, meditano fugl’ intereffi della Nazione, veggono grandi oggetti, e gl’imitano ; ma quegli con. tenti del giorno predente, cercano fra lo flrepito del libertinaggio una diffrazione dall’annientamento, in cui fi veggono; avvezzi all’incertezza dell’efito di ogni cofa, 1’ etico de’ loro delitti divien problematico per elfi , in vantaggio della palfione, che li determina. Se 1’ incertezza delle Leggi cade sù di una Nazione indolente per Clima, ella mantiene, ed aumenta la di lei indolenza, e ftupidità: fé cade in una Nazione voluttuofa, ma attiva, ella ne di* fperde l’attività in un infinito numero di piccole
                                                                                cabale ,
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