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    azione dei fecondi. Colla pena di morte ogni efem-pio, che fi dà alla Nazione, fuppone un delitto; nella pena di fchiavitù perpetua nn fol delitto da* moltiffimi, e durevoli efetnpj, e fe egli è importante che gli Uomiui veggano fpefTo il poter della Lev;gi, le pene di morte non debbono «fiere molto difianti fra di loro : dunque fuppongono la frequenza dei delitti, dunque perchè quello fupplizio fia utile, bifogna che non faccia fu gli Uomini tutta 1* imprefiione, che far dovrebbe, ciò che fia utile, e non utile nel tnedefimo tempo. Chi dicefle, che la fchiavitù perpetua è doloro'» quanto la morte, e perciò egualmente crudele, io rifponderò, che fom* mando tutt’ i momenti infelici della fchiavitù, lo farà forfè anche di più ; ma quelli fono ilefi fopra tutta la vita, e quella efercita tutta la fua forza in un momento; ed è quello il vantaggio della pena di fchiavitù, che fpaventa più chi la vede, che chi la foffre; perché il primo confiderà tutta la fotnma dei momenti infelici, ed il fecondo è dalla infelicità del momento prefente diilratto dalla futura. TuEt* i mali s’ingrandiscono nella Immaginazione, e chi foffre trova delle riforfe, e delle confolazion! non conofciute, e non credute dagli fpettatori, che follituifcono la propria fenfibilità all’animo incallito dell’ infelice ,
      Ecco prefTo a poco 11 ragionamento, che fa un Ladro, o un Afiaffìno, i quali nou hanno altro con-trappefo per non violare le Leggi, che la forca o la ruota. So che lo fviluppare i fenrimenti del prò. prio animo è un’arte, che fi apprende colla edu* cazione : ma perchè un Ladro non renderebbe bene i fuoi principi, non perciò eifi agifcono meno. „ Quali fono quelle Leggi, che io debbo rifpetta-„ re, che lafciano un così grande intervallo tra me >* e il Ricco? figli mi nega un feldo, che gli
                                              cerco,