dei vantaggi della mescolanza; ma dà nn grande imbarazzo per rilevare nel nostro Prospetto la riproduzione dalla sementa nel dettaglio dei suoi respettivi generie specie, quando la medesima sementa vi venga trasportata senza nessuna correzione dal rendimento di conti del Fattore ; il che deve per necessità accadere nei luoghi , dove i semi sono a metà fra il Padrone e il Contadino . Si costuma in detti luoghi, prima di dividere la raccolta , dì scegliere dal monte comune la maggior quantità di tutti i generi che si vuol seminare. I mescoli dunque facendosi a mano coi generi schietti, il Fattore gli consegna pure schietti al Contadino, e tali quali gli descrive nella nota della sementa per il suo rendimento di conti. Il Contadino poi neiratto di gettare in terra la sementa, forma i mescoli che vuol seminare, proporzionando in ogni Campo la mistura dei generi alla rispettiva qualità della terra. Ecco che alla raccolta si trova il vecciato ed il segalato senza sementa; ed il grano gentile, la segale ec. con una sementa eccedente alla raccolta. L’esatto Amministratore nell’articolo più vasto dell’agricoltura Toscana, quale è quello del grano, si deve porre in stato di far render conto ai Coloni delle loro operazioni, con rettificare la nota della sementa sù i luoghi, fra il Maggio e il Giugno; tempo nel quale si possono distinguere i quantitativi dei grani schietti dai mescoli. Questa nota poi rettificata servirà perchè lo Scrivano col conto di permute riduca il conto del Fattore. Digressione sulla Cultura del Grano in generale Si mutino spesso i semi, prendendoli da luogo più sterile. Le Colline sassose sono quelle che danno migliori semi. Mai il grano di piano non si semini in Poggio. Le pianure arenose danno buoni semi per altre diverse pianure. I grani molto concimati danno cattivo seme. I Lupini sono il miglior governo per il grano da seme, tanto in sovesci che cotti. La concia con acqua e calcina, fatta al grano la sera avanti la sementa, è d’ un grandissimo vantaggio; lo salva dalla ^oìpe, e facilita la sua nascita, onde meno n’è mangiato dagli animali. $ I Con-