B *77 DI P AP A NICCOL Ai Partitili da Firenze fe n’andarono gl’Am-I A bafeiadori , e in Francia , e n Ila Alamagna , e dirò qui quello mi ditte di quella Legazione . Dice , che poi tutta 1’ Alemagna , fendo Legati Apoftolici , quando pattava per la via, tutti que’ Popoli s’inginocchiavano in terra— quando eglino pattavano , e fu fatto loro grandiflìmo onore per tutto , per effer Legati Apoftolici. Durò loro quello tanto onore fino a Padova . Cominciorono a mancare affai di quello era fatto loro oltre a Monti . Fecio no moltiflìme paci tra colla prudenzia di due sì {iugulari Uomini accompagnata colla inte grità della vita . Andò quella fama infino a-Roma di quello avevano fatto , ch’era d’avere adempiuta la loro commeflìone . 11 Ponte- • fice veduto tante laudabili opere di Maeftro Tommafo fece penfiero di remunerarlo delle fue buone opere . Tornando i due Legati in— Firenze , Maeftro Tommafo fubito che fu giunto , andai alla fua Signoria , e giunto a— lui fubito cominciò, a ridere , e sì mi ditte ; 10 ho prefo in fu la lettera generale di Cofimo dugento Fiorini ; Infogna , che mi pre fi cento infino a tanto , che io mi conduca a Roma_ . Ditte andiamo infino a S Giovanni , che v’era 11 Perdono , e dipoi andremo a Cafa Cofimo . Dittigli , che non bifognava , che io lo farei 10 . Andò al Perdono , & ufeendo di Chiefa trovò Cofimo in fu la Piazza di S. Giovanni ,. e dittagli de’ cento Fiorini , che voleva gli preftaffe oltre a dugetìto aveva avuti in fu la lettera generale . Rilpuofeli e cento , e tutta quella fomma , che voi volete , faranno al voftra piacere ,. e poi. gli ditte ,. e* verrà a voi Ruberto Martegli , e dar avvi quella fommcL_ , che voi vorrete . Venne fubito Rub rto a lui con commeflìone , che gli dette quei danari , che volette ; non volle più di cento Fiorini . Avuti quelli danari , l’altra mattina montò a. . cavallo , & andò alla via di Roma con gran-diflìmt reputazione per quello avevano fatto in quella Ligazione . Giunti a Viterbo , fanza che niuno di loro ne f,pelle nulla , mandò loro Papa Euge rio due Cappelli rotti a Maellro Tommafo da Serezana , e a Mefler Giovanni Caravagialle— Sp gnolo titolato Cardinale di S. Agnolo , e moiri Uomini di condizione vennono loro incontro Giunti preflo a’Roma tutto il Collegio de Cardinali con tutta la Corte di Roma, & Ambalciidori , che v’erano . vennono loro incontro , che fu grandiflìma pompa l’entr. ta loro Giunti a Roma andarono a piedi della Santità di Papa Eugenio , & ifpofono la com-rneflìone data da Sua Santità , e quello avevo no fatto dal dì ,. che s’erano partiti, infino a quel dì Dipoi Maeftro Tonwio fece una digniflìma Orazione al Pontefice , e ringra-ziollo del beneficio gli aveva fatto della Dignità de! Cappello aveva dato a loro , referendone infinite grazie alla Sua Santità , & al Collegio de’ Cardin ili con parole molto ornate fecondo la fua conluetudine . Fatto quello 11 due Cardinali fi partirono dalla Sua Santità accompagnati alle Cafe loro da tutti e’ Cardinali , & Ambafciadori v’erano, con quegli njedefimi gl’avevano accompagnati all’entrare in Roma . Stando a quello modo, p ffirono pochi mefi , che Papa Eugenio infermò d’una grande infermità di modo , che in brevi dì palsò di quella prefente vita fantiflimamente , come era viffuto. Fu la vita di Papa Eugenio di grandiflìm® efemplo d’offervanza , di de- D 278 i gniflìmi editimi , e di grande efemplo . Mor-to Papa Eugenio , avendoli a fare fecondo la conluetudine 1'Efequie fue di nove dì, perchè e manza di far una Orazion Funebre nella fua morte , fu commeflo a Maeftro Tommafo Cardinale , e Vefcovo. di Bologna . Fu recitata tanto degnamente , e con tanta eloquentia , e foddisfece in modo a tutto il Collegio de* Cardinali , & a quelli vi fi trovavano , che— oltre alla fua lingular virtù , fendo nuovo in-quel Collegio , quella Orazione molle e’ Cardinali a farlo Papa , & udì da’ primi di quel Collegio l’avevano fatto Papa, aggiunta quella degna Orazione all’altre fue virtù . Cognofca ognuno quanta forza anno avuto le virtù di quella natura . Entrati in Conclave i Cardinali alla Minerva fanza fetta , o intelligenza alcuna ognuno alle Camere fua . Era in quello tempo un digniflimo , e fantiflimo Collegio di Cardinali . Intervenne a Maellro Tommafo la prima notte elfendo in camera nel Conclave— una mirabil vilìone , che dormendo nella camera fua , e penfando della Elezione del nuovo Pontefice , chi eglino aveflino a eleggere— dormendo in quella fantafia gli parve , che Papa Eugenio gli appariflì con tutti gl’abiti Pontificali in dolio , e pareva che egli glie li volefli mettere in dolio , & egli li ricufava— . Domandogli Maellro Tommafo. , perchè egli gli voleva mettere quelli abiti Pontificali , gli rifpofe , perchè farai mit òucceffòre . Mifegli tutti quelli abiti Pontificali ,. eccetto che la— Mitria. Riferendoli da quel fonno cominciò a ridere , e volfefi a quegli , eh’erano in fua compagnia , eh’ erano due , e domandandole di quello rideva , ditte loro la vifione aveva avuta , non la filmando , ch’ella potette avere effetto. , fendo nuovo Cardinale fiato circa di fei meli , fendo di batta condizione , non fi fendo mai fatta di lui niuna menzione , ne fi penfava di potervi venire Solo v’erano le fue mirabili virtù , e Papere fatte per lui ne luoghi , dove era andato per Ambafciadore , e— mettere antico Cortigiano flato in Corte di Roma più d’anni to. molto noto agli Uomini degni per la fua virtù . Venendo all’Elezione del Pontefice , fanza intelligenza ,. o altro , il fecondo dì lo feciono uniti tutti d’accordo Sommo Pontefice . Preio , e metto in fu la— Sedia , come fi fa , flette per lungo, fpatio quali fmarrito , fendogli venuto improvvifo , che nollo afpettava , e puofli dire elìere flato fatto miracolofamence in diciotto mefi Vefcovo , Cardinale ,. e Papa . E veramente pe’ fua laudabili portamenti . Nel Pontificato dimoftrò effere flato fatto per Divina mifericordia , per pofare Italia , ch’era in tante guerre , & affanni più anni , come fi vedrà , che fece nel fuo Ponteficato . Non molto dipoi , che fu Etto Pontefice , fendo andato a vili tare la Sua Santità, andai a vifitarlo un Venerdì fera dando audienza pubblica , come faceva una volta la fettimana , quello era uno di quegli dì . Entrando nella Sala , dove egli dava udienza, ch’era circa un ora di notte , fubito entrato nella Sala mi vide , e sì mi ditte ad alta voce, che io futte il ben venuto , e che io aveflì pazienza , che voleva effere meco folo . Non— pafsò molto , che mi fu detto , che io andaffi alla Sua Santità . Andai , e fecondo la confue-tudine gli baciai i piè , dipoi mi ditte , che i© mi levaflì , e levoflì da federe , e dette licenzia a ognuno , dicendo , che non voleva dare più udienza . Andò in una parte fegreta aliate E