DELL’ ASSEDIO A 347 Quelle parole han tanta autorità , Che rincoraron l’almo a tal cimento , Ch’era al por mente grande ofcurità . E in un tratto fu tal mutamento , E tanto fu il furor , che li raddoppia Che’ Catelani per forza del tormento Per grand’ ira di que’ ciafcuno fcoppia , E fur coftretti del follo fecondo Ufcirne i Catelan , non fendo in coppia . Or quivi cominciava il grave pondo , E tanta gente traeva all’ all’alto , Che tanta non credea n’avelfe il Mondo . Già di fangue era Iuftrante lo fmalto , E già cangiato avie’l fuo color l’erba , Bifognando al combatter l’elTer cauto . Allora il Ragonefe con fuperba Voce gridava : o nemici d’onore Ov’ è vollra arroganza tanto acerba ? Quello parlar fu di tanto valore , ■ Che fi vidde a un tratto mille armati Gittarfi al primo folfo con furore . Allor dall’aire mura fur gittati Tanti gran fallì , e sì fpelfo fon porti , Ch’e’ nollri per l’ajuto fon lalvati , E ritrattili tutti in luoghi forti . C CAPITOLO SESTO DELLA TERZA PARTE, Dove fi tratta, in che forma fi guaflò la cava, e come in perfona v' andò il Signore , avvegna che la mofla fece Cecco da Modigliana. Ritrattili collor con grande affanno Quali tutti feriti , e fracaffati , Softenne ciafchedun qual può fuo danno, I Ragonefi fi furon tornati Alle lor tende con pena , e con doglia , E dopo molti giorni trapalati A! Re crudel crelceva ognor la voglia Pigliar Piombino , e con follecitudine Cerca d’entrare alla famofa foglia ; E le bombarde con improntitudine Faceva frequentare e giorno , e notte , Dando alle mura affai amaritudine ; Nè dir non ti potrei le fpelfe botte , Ch’e’ gran Trabocchi davano alle Cafe , Che in ogni parte fi vedevan rotte . A Villa Nuova fon le mura rafe , E infino in fui follo rovinare , E fanza alcun riparo fon rimafe , Ma ’n un momento le magne brigate Col famufo Signor pofi n rimedio , E vannovi le Donne difarmate . Che non prezzavan fatica , nè tedio Fecion di terra , e ilipa un tal terrato , Che fu durabil fempre a quell’ Alfedio . E B ;i cavare; D DI PIOMBINO. 348 In quello tempo s’è il romor levato , E già que’ della cava fono al muro , E parte ancor di quello anno tagliato ; Facevafi ciafcun poco ficuro , Or pur fempre l’indugio piglia vizio , E ora a quello punto il cafo è te uro . Fe’ fare il Modigliana un’artifizio In fui Golmo del folfo d’allai legni , Che fe’ poi all’ andar gran benefizio , E terminò di rompere i difegni A que’ di quella cava all' entrar dentro , Et in un punto fur orditi i legni . Diceva il Modigliani ; o voi che al centro Di quello cerchio vi credete entrare Sarà la vita vollra ancor......... Chi fopra.............ogu E detto quello fe n’andò al Signore , Dicendo : Signor mio voglioti atare L’ore fenza efercizio han poco umore , E malfime all’ellremo gran bifogno, ( rore Che a torre il tempo al tempo è grande er- Che fe s’indugia il far nollro è un fogno, Dunque s’a quello punto il ver ti mollro , Lalciami por rimedio a quanto agogno . Dille il Signor : infino al mortai chiollro Elfer con voi intendo a quella vice , E caro m’è tutto’1 configlio voltro . Gridaron gl’altri : O Rinaldo felice Ancor farai , che pel nollro operare Spegneremo di quello ogni radice . Videfi in un momento ralf. ttare Ciafcun buon fante per far compagnia Al buon Signor , che s’er’ ito ad armare . Tornato poi , con gentil diceria Dille : fratelli , in cui la mia fperanza Ho polla tutta , ornai mettiamci in via . Or qui bifognerà doppia polfanza ; Dugento Baleltrier fi fur rillretti , Ne’ quali avie’l Signor fomma fperanza ; Apprelfo a quelli cinquanta fcoppietti Furon parati per quelli mellieri , Portando tutti in tella e’ duri elmetti ; Adunque ufciti fuori i condottieri Per dar principio allo fcur cavamento Ad uomini , eh’ e ’1 fanno volentieri . Cominciava a fuonare ogni llormento Con quelle grida , che palfaro il Cielo , Fatto veggendo il buon provvedimento, Nè con maggior furor , nè con più zelo Non corte a far vendetta il gran Tideo , Sendo percolfo già dal mortai telo . Nè più rapina mollrò Campaneo Appiè di Thebe , allor ch’i crudi fati Permifer la vendetta far Tefeo . Nè con più almo a Calidonj prati Sii dimofiircro alla rigida fiera Di Meleagro i giovani pregiati ; Quan-