Ernarda ftelìÌi** lB Lombardia e innT’(e molce aI lkkce> e ^ Terre a Ca g>auo pertinenti 115 D I G I O Re di Cipri diede per moglie la figliuola. Poi ri detto Conte Gualtieri fu morto dal Conte_. Tribaldo Todefco. Poi Altiera fu moglie del Conte Jacomo di Tricarico, di cui nacquero il Conte Simone, & madonna Adalita. Et collui morto , Papa Honorio dette la detta AlcierfL. per moglie al Conte Tigrino Palatino Conte in Tofcana , & per dote le diede la contea di Li-tia & di monte Scagliofo nel Regno di Puglia, Goftahza l’altra firocchia fu moglie di Marche-làno Duca (f) de’Vinitiani. Madonia la terza firocchia non volle marito. Quelle cofe fegui-rono de’ fuccefiori di Ruberto Guiicaido nel Regno di Puglia & di Cicilia, infino a Goftan-zà (g,) moglie di Federigo Imperadore figliuolo del Re Arrigo ; & così moifra, che fignore-giaffero il Reame di Cicilia & di Puglia Ruberto Guifcardo & fuoi fuccelfori CXX. anni . Lafceremo de’ Re di Cicilia , & di Puglia & diremo , chi fu la valente Conteffa Matelda. CAP. XX. Della Conteffa Matelda, & di fuoi fatti. LÀ madre della ConteiTa Matelda , è detto xche fu figliuola d’uno Imperadore , che regnò in Goftantinopoli , nella cui Corte fu uno Italiano di nobili coftumi, .& d’alto lignaggio , liberale & amaeilrato nell’armi , deliro , & dotato di tutti i doni , fi come quelli , in cui lo lignaggio chiaramente luole militare^ Per tutte quelle cofe , era a tutti amabile & gratiofo. Collui cominciando a ' guardare la figliuola dello Imperadore , occultamente di matrimonio la fi concedette ; & prefi i gioielli f y Pe^.lIllia’ cDhe poterono havere, con lui in Italia fi fuggi, & prima pervennero nel Vefco-lo ° m Lombardia ; & di quella donna & del marito nacque la Cornelia Matel- do,'eIrliPar'efl.de k det,ta donna » cioè impera- fidmot ^ "“e13011 ’ ChC n0n avea figliuola, affai ne fece cercare, fe la poteffe ritrovare, & ritrovata da’cercatori nel detto luo-go , 8c r.chiefia da loro , che ritornaffe al pa-, e ’ 11 fiuaIe la mariterebbe nobilmente a qua D lunque Principe 0 Re ella voleffe, nfpofe loro dia haveatUA ltn deÌderava colnif el quale le -parca poteì fi congiugnerebbe. Et nunciate quelle cofe SS Imperadore , mandò incontanente letSe £ confermamento del matrimonio ,lrLj dicendo, che comperS CalieUe^Tio ,oro gì & non lafcialTmo per prezzo- de ’ ^ V' ™»dò loro pecunia comperarono nel detto luogo m Catolìe f r me preffo l’uno all’almo 1 ue Vitelle mfie- gi da quelle la donna fece edifi°1 ¿Iun' una forte Rocca da non potei!™? effe MoMe battuta, la quale fi n “l effere com' Conteffa Matelda fere fo 1 Canoffa > °ve poi la nailerio di Saie ,0 n T ,Un? nobi1^ Mo' Et quello fu ne’ Monti ^^ d°t0 nccamente. Gufila, & Suzara 1 3 glfÌ aI Piano comperò terreno affli’ n Tg°je dume del pò o alLu ’ onde edificò piò Mon*. ----7— (g) mÌdrc.n°me’ manC0 «wn ebbe’. CAP. XX. VANNI VILLANI 116 A ilerii, & fece lare molti nobili belli & utili ponti fopra più fiumi in Lombardia. Et dicefi, che Garfagnagna & la maggiore parte del Frignano fu lùo, & nel Vescovado Motìoneìè Irebbe molte poileffioni, & nel Vdcovado Bolognese hebbe molte tenute, intra le quali hebbe 4r-zellata, & Medicina grandi ville , & (a) fpa-tiofe, & moire altre tenute, & poilèffioni fecero edificare in Tofcana & in Lombardia , che s'appartengano a fua fignoria. Et molti nobili & gentili huomini largamente dotò , & lòtto Fio li fi fece vaffalli ; & molti Monafteni , & diverfi luoghi edificò, & molte Chiefe Cattedrali, & altre non Catedrali riccamente dotò . Et alla perfine morto il padre & la madre della_. Conteffa Matelda, ella rimala hereda fi diliberò di maritare ; & intefa la fama , & la perfona , Se 1 altre icofe d uno Duca di Soavia, che havea nome Gulfo, folenni meli! mandò, & imbafeia-dori, & legitimi procuratori , che intra lui 8c lei, avenga che non foffero prefenti, confermai-leio & retificaffero il matrimonio ; & diputaro el luogo delle nozze, l’anello fi diede al Caifel-lo nobile (b) de Contiginenfi, avegna che hog-gi ha diftrutto. Et venendo Gulfo di Soavia al detto Cartello , la Conteiià Matelda con molta cavalleria li andò incontra, & molta lentia quivi 1 fece & ricche nozze. Ma tolto alla letitia fuc-cedette la triftitia di tanta allegrezza, quando il contratto del matrimonio non andò inanzi per mancamento dello ingenerare , però che Gulfo non poteva conofcere la moglie carnalmente , ne altra lèmma per naturale frigidità, o per altro impedimento in perpetuo impedito ; ma in pei tanto volendo ricoprire la fua vergogna, alla moglie-diceva , che ciò li aveniva per mille foci frfifr ‘Jran° Fr alcUm’ che invidiavano i oienÌ^rfetenTntl-Ma k Con^ffa Matelda ‘ ■ ■ fcd ’ dmanzi a Dl° & dinanzi aili rSendo^r11^’ ? qUdH maleficii nulla- ntendendo, ne credendo, tehendofi per lo manto fchermta privò la camera fua di tufo li cTTÌ ’ & lrm° & "Munenti & % ^ chiamalo Gfffo ^ ^P^oohiai-e ; & v effimerità^ Sederini di r ..““A >-n icrmati così diffe noflre . allhora li diffe la Conteffa Alle pericolo di morte Ln fili U fi01?** fem* t Cfrefr&MomSlfi ScSpSalf frÌ ’?°iet^ & due volte i„ ¿Agm dlfo n rC\& d°tÒi foccorfo potentemente venne l’unf ^ m fuo tra a’ Normandi rhe’l n ’ j volta COn~ AL fun ilffnoria ~ 7 7-r— -----Got largamente dato ’loro "foctn Ìl°b'b huòmìnr~ rbìp:udiverfll^hi r r re’ Conti Cinnefi . \ nnza dimorap.2a ( ) fMe C£lTcrai> Ln2a pericoIo>