37 LIBRO le, che foprailava la Città; Macrino. nell’ alno colle, overo monte ; & Cicerone dall’ altra parte ; & così flettono per VI. anni allo aflèdio della detta Citta. Et havendola per lungo aftè-dio,■ & per fame quafi diflrutta , & (e) fimi-gliante quelli de l’hofte per lungo dimoro & per più difetti fcemati & (f) afìevoliti, fi partirono dallo allòdio, & fi ritornarono a Roma, falvo che Fiorino rimafe allo aifedio con fua gente nel piano, ov’ era prima accampato ; & chiufefi di foffi, 8c di ftéccati a modo di battifolle, overo baftita, & tenea molto afflitti iFie-folani. Così li guerreggiò lungo tempo. Poi aflìcurandofi troppo , & havendoli per niente, & li Ficfolani riprefa alcuna lena , & ricordandoli del male , che Fiorino havea loro fatto , & facea fubitamente , & come difperati fi miiTero di notte con ifcale & con ingegni a affiline il campo, overo battifolle di Fiorino. Et elli & fua gente con poca guardia, & dormendo non ( g ) prendendoli guardia di Fiefolani, & furono (h) foprefi , & Fiorino e la moglie Se figliuoli morti , & tutta fua hofte in quello luogo furono quafi morti , che pochi ne fcam-parono , & il detto ( i ) campo , & battifolle— disfatto, & arfo & tutto abbattuto per li Fie-fiolani. CAP. XXXVI. Coinè per la morte di Fiorino i Romani ritornarono allo ajjedio di Fiefole. COme la novella fu faputa a Roma, li Confoli , & Senatori & tutto il Comune dolutoli della difaventura avenuta al buono Duca Fiorino , incontanente ordinarono , che di ciò fofie vendetta. Et con hofte grandiflìma un’ altra volta tornaflèro a diftruggere la Città di Fiefole (a) , infra i quali furono eletti quelli Duchi, Rainaldo Conte , Cicerone, Tiberino, Macrino, Albino, Gneo Pompeo, Cefare, Ca-mertino, Sezzio Conte Tudertino, cioè di Todi, il quale era con Julio Cefare & di fua mili-tia. Quelli pofe fuo campo preflò a (b) Camer-te , quafi ove è hoggi Firenze; Cefare fi pofe a campo in fui monte, che foprailava la Città, che è hoggi chiamato (c) Cecero , ma prima Jiebbe nome monte Cefaro per lo fuo nome, overo per lo nome di Cicerone . Ma inanzi tengo per Cefare , però eh’ era maggiore Signore nel hofte. Rainaldo ( d ) pofe iùo campo in fui monte allo incontro (e) della Città di là da Mugnone, & per fuo nome infino a hoggi è così chiamato; Macrino in fui monte (f) ancora nominato per lui ; Camertino nella contrada che ancora per li viventi per lo fuo nome è chiamata Camerata. Et tutti li altri Signori di fopra nominati , ciafcuno pofe per fe iuo campo intorno (g) alla terra, chi in monte, & chi in piano. Ma di più non rimafe (h) pro- D PRIMO. 38 prio nome , che per lo prefente ne fia memoria . Quelli Signori con loro militie- di genti a cavallo, & a piè grandiflìme aftèdiando la Città con ordine , s’apparecchiarono di fare maggiori battaglie alla Città, che alla prima volta ; ma per la fortezza della Città (i) in vano lavorando, & molti di loro per lo foperchio ai-fedio , & per foperchio di fatica morti : que’ maggiori Signori Confoli, & Senatori quafi tutti fi tornarono a Roma ; folo Cefare con fua militia rimafe allo affedio. Et in quella ftanza comandò a’ fuoi , che doveifero andare nella— villa di Camarti prelfo al fiume d’Arno, & ivi. edificaflero Parlatorio per potere in quello fare lùo parlamento ( k ), & per una fua memoria— lafciarlo. Quello edificio in noftro vulgare ha-vemo chiamato Paiiagio. Et fu fatto tondo, Se in volte molto maravigliofo con piazza in mezzo . Et poi fi cominciavano gradi da federe per tutto attorno. Et poi di grado in grado fopra volte andavano allargandoli infino alla fine dell’ altezza, eh’ era alto più LX. braccia. Et havea due porte , & in quello li ragunava il popolo a fare parlamento. Et di grado in grado fedea-no le genti : al di fopra i più nobili, & poi digradando fecondo le degnità delle genti; & era per modo , che tutti quelli del parlamento fi (1) vedeano l’uno l’altro in vifo. Et udivafi chiaramente (m) per tutti ciò che uno parlava; & capeavi ad agio infinita multitudine di gente, e ’1 diritto nome era Parlatorio. Quello fu poi guaito al tempo di Totile, ma ancora— a’ nollri dì fi ritrovano i fondamenti , Se parte delle volte, preflò alla Chiefa di Santo ( n ) Simeone a Firenze. Et infino al cominciamento della piazza di Santa Croce, & parte de’ palagi de ( o ) Peruzi vi fono fu fondati ; Sé la via, che è detta Angiullaja, che va a Santa Croce, va quafi per lo mezzo di quello parlagio. CAP. XXXVII. Come la Città di Fiefole s'arrende a’ Romani , fu deflrutta . (a) TStato l’afledio a Fiefole la ditta feconda X volta, & confiimata & (b) affilila molto la ( c ) Città,sì per fame, Se sì perchè a loro furono tolti i condotti dell’ acqua Sé guaiti, (d) s’arrendè la Città a Cefare & a’Romani in capo di due anni , & quattro meli Se fei dì , che vi fi pofe l’afledio, a patti, che chi ne vo-leflè ufeire (e) foflì falvo. Prefa la terra (f) per li Romani fu fpogliata d’ogni ricchezza, Se per Celare fu diflrutta, & tutta infino a fondamenti abbattuta , Se ciò fu intorno anni (g) LXX. anzi la incarnatione di Chriilo - CAP. (e) finiigliantemente que’. (f) 8t infieboliti. < g ) prendendo. ( h ) fopragiunti. ( i ) Cartello. CAP. XXXVI. C a ) intra’ quali , ( b ) a Camarte. ( c ) Monte Ciecero . < d ) fi puofe con luo. ( e ) alla . ( f) ancora oggi, (g ) alla Città . (h) propio nome che oggi fia» Tom. XIII. tornarli in vano . una fua . leva . r tutto . mone . ¡ruzzi. CAP. XXXVII. •itta. Cittade. renderò, e. gli.