t97 LIBRO ma volle dalli (c) Aretini XII. mila lire, i quali danari preftarono i Fiorentini alli Aretini, ma non fi rihebbono mai ; & in quello tempo era Podeilà di Firenze MeiTere Alamanno dalli-, Torre di Melano. CAP. LXIIL Come i Pifani ruppono pace a' Fiorentini f Fiorentini li fconfijjbno al ponte al Serchio. NElli anni di Chriílo i a $6. effèndo ancora-, di Firenze Podeilà Meffere Alamanno dalla Torre di Melano, i Pifani per caldo & fodduci-mento del Re Manfredi, ruppono pace a’Fiorentini, & Lucchefi, & andarono a hoile in fui Contado di Lucca a uno Cailello, che fi chiamava il ponte al Serchio. La qual cofa fentendo i Fiorentini , andorono a hoíte fopra Pifa dalla parte di Lucca in foccorfo del detto Cailello, & quivi i Fiorentini & Lucchefi infierne aiTalirono l’hoite de’ Pifani, & miffongli in ifconfitta— , ove furono morti 8c (a) prefi molti Pifani, & molti n’affogarono nel fiume a Serchio. Et ha-vendo i Fiorentini la vittoria, andaro a hoile— fopra Pifa, infino a San Jacopo in Val di Serchio , & quivi i Fiorentini tagliarono uno gran-diifimo pino, & in fui ceppo del pino, che rimale in terra, fecero i Fiorentini battere i fiorini dell’oro; & per (b) ricordanza di ciò a’ detti fiorini , che quivi fi batterono , feciono per fegnale al piede a San Giovanni quali come uno trefoglio a guifa d’uno picciolo arboro. Et io Scrittore, de’ detti fiorini alTai ne’ miei dì ne vidi . I Pifani vedendoli così fconfitti & affe-diati, raddomandarono pace a’Fiorentini, & fecero pace con loro & con Lucchefi, onde i Fiorentini racconciarono, come feppono divifare , in honore del Comune di Firenze 8c di Lucca, & intra li altri patti vollono i Fiorentini , in— fervigio de’ Lucchefi, & anche per havere libera la piaggia del Mutrone per le loro merca-tantie, che ’1 Cailello del Mutrone , che ’1 te-neano i Pifani, folle a loro comandamento fatto o disfatto, come piacelfe al popolo di Firenze ; & così fu promeifo per li Pifani. Et ef-fendo fopra ciò tenuto fecreto configlio tra li Antiani del popolo di Firenze , fu prefo per partito, che ’1 Mutrone fi dovelfe disfare per lo migliore, & ih dì appreffo fi dovea (c) publicare in parlamento:! Pilkni temendo, cheiFiorentini non giudicalfero, che non rimanelfe fiotto alla fignoria de’ Lucchefi, fi mandarono incontanente in Firenze (d) uno diícreto Secretario Cittadino con dinari affai da fpendere per riparare a ciò,& trovando in Firenze uno grande Cittadino Antiano, & poffente in Popolo , & in Comune, il quale havea nome Aldobrandino Ottobuoni franco popolano da San Firenze , & fecretamente li fece parlare a uno fuo amico, proferendoli IV. mila fiorini d’oro, Se piti, fe ne voleflè, & egli operafiè,che 1 Mutrone fi disfaceffe. Il buono huomo Aldobran- B ) Arretjnì Livre XII. mila, i quali i Fiorentini preftarono al Comune d’Arezzo : non lo s egli fi rjebbono mai. CAP. LXIII. ) prefi più di tre mila , e annegati nel fiume del Serchio ili grande quantitade . E ciò latto i Fiorentini vennero a ofte a Pila . i) ricordanza quelli , che in quel luogo furono coniati , ebbona pei contralegno tra piedi di San Giovanni.. Tom. XIU. D SESTO. dino udendo la promefla, non fece come cupi-» do & avaro, ma come leale & vertuofo ( e ) Cittadino avifandofi, che ’1 dì dinanzi era preio configlio per lui & per li altri Antiani di disfare il Mutrone, & che era a piacere de’ Pifani , & potea edere a danno de’ Fiorentini, 8c de’ Lucchefi, fi. ritornò al configlio fenza fcoprire la promeffa fiata fatta, & configliò per belle & utili ragioni il contrario di quello, eh* era deliberato, cioè, che’l Mutrone non fi disfaceffe ; & così fu prefo per partito e ilantiato. E nota Lettore la virtù di tanto Cittadino, che non effendo troppo ricco d’havere, hebbe in— fe tanta continentia & fincerità per lo fuo Comune, che più non hebbe del tanto il buono Romano Fabricio del teforo a lui proferto per li Sanniti ; & però ne pare degna cofa di fare-di lui memoria per dare buono effemplo a’ no-ilri Cittadini, che fono, & che faranno, def-fere leali a loro Comune, & d’amare meglio fama di virtù, che la corruttibile pecunia . Il detto Aldobrandino poco tempo apprefio mono in tanta buona fama, & per le fùe ver moie opere fatte per lo Popolo & Comune di Firenze, i quali per non edere ingrati feciono grande honore al fuo corpo, & a fua memoria a fpeiè del Comune feciono fare nella Chiefa_ di Santa Reparata uno monumento di marmo levato più che muno altro, & in quello fepel-liro il fuo corpo a grande (f) honore. Poi dopo la feonfitta di Monte Aperti tornati i Ghibellini in Firenze, & rotto il Popolo, celti per empiezza di parte feeìono abbattere la detta fe-poltura, & trarne il corpo morto di^ tre anni paffati, & ferlo ilrafcinare per la Città, & git-tarlo a’ fodx ; 8t però ancora nota Lettore gli atti della fallace fortuna, a ricevere la fua memoria indegnamente sì fatta vergogna , dopo tanto degno honore ricevuto alla fua vita , & alla iùa morte ; ma facendo comparatione alla fùa buona fama, & opere di virtù , le quali non fi poffono torre per la fallace ventura ogni non dovuta vergogna fatta al fuo corpo fu corona perpetua della fua buona fama, & obbrobrio & vergogna delli iniqui & malvagi operanti . CAP. LXIV. Come i Fiorentini disfecero la prima volta il Caflello di Poggibonizt. NElli armi di Chrifto effendo Podeilà di Firenze, Matteo da Correggio di Par-i Fiorentini havendo fofpetto del Caflello di Poggibonizi, perchè teneano parte Ghibellina, e d’imperio, & erano in lega co’ Sanefi , che non erano allhora amici de’ Fiorentini , si vi cavalcarono i Fiorentini fubitamente, & entrati nel Caflello prefero la Terra, per disfare le mura, & le fortezze. Per la qual co fa ì rog-gibonizefi, eh’ erano per loro grande Comune , vennero a Firenze, con le correggie in collo a chiedere mercè al Comune di Firenze, Se che 9 ■ la (c) dovea in plubico parlamento fenten tiare. I Pi- (d) unonfegreto e difereto Cittadino' con danari le) virtudiofo Cittadino, e avifandofi, eh ei eoa ^ figlio prefo il dì dinanzi per lui e per g i a -tri Anziani di disfare il Matrone, eraal piati) onore, e nel detto fepolero feciono intagliare quelli Verfì Fous efl ftipremus Aldobrandinm amami s Ottoboni natiti, ad bona ambia datus . 0 a ■ •• l )