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GIOVANNI VILLANI
                                       INCOMINCIA IL SECONDO LIBRO,
                               Dove tratta di molte adveriìtà, che hebbe lo ’mperio di Roma, & la Provincia d’Italia, da più nationi Barbare , & qui come per Totile Flagellimi Dei fu abbattuta & disfatta la Città di Firenze con altre Città d’Italia.
                                     grande amore , & promettendo loro di dare— franchigia con molti larghi patti. I Fiorentini male veduti ( & però furo Tempre dapoi in proverbio chiamati ciechi) credettono• alle Tue fal-fe luiìnghe & vane promiflìoni ; aperfoli le porte & m filerò dentro lui, & Tua gente, 8c albergò nel Campidoglio. Il crudele tiranno eiTendo nella Città di Firenze con tutta Tua gente 8s forza, con fallì fembianti inoltrava amore a’ cit-1 tadini; Se uno giorno fece richiedere a Tuo coniglio i maggiori cittadini, & piò pallenti capo? rali delia terra, 8c grande quantità. Et come-giugneano in Campidoglio , a uno a uno li iacea uccidere a uno valico di camera , amma-zandogli, non Temendo l’uno l’altro; poi gli iacea gittare nelli acquidocci del Campidoglio, cioè fa gora d’Arno, che andava finteria per lo Campidoglio , acciò che niuno s’accorgeiTe di quello. Et così ne fece morire gi ande quantità, che nulla Te ne lentia per la Città, le non che all’ ufcita della Città , ove i detti acquidocci, overo gora Ti Tcoprivano, & rientravano in Arno , fi vedea tutta l’acqua roda come ( e ) fan. gue. Allhora la gente s’accorTe dello inganno,
                                    Se tradimento, ma fu indarno & tardi, però che Totile havea fatta armare tutta Tua gente , Se come s’avidde , che la Tua crudeltà era icoper-ta, comandò che correderò la terra, uccidendo piccioli Se grandi huomini & femine ; Se così fu fatto fenza riparo, però che i cittadini erano fenza arme, & fproveduti ; Se trovali, che in-quel tempo havea nella Città di Firenze 22000. huomini da portare arme , fenza i vccchj & fanciulli . La gente della Città veggendofi a tanto dolore, Se diftruttione venuta, chi potea /campare il fece , fuggendofi in Contado & nafcon-dendofi in fortezze, in bofchi, Se in caverne-; ma 1 più de’ cittadini furono morti, tagliati, 8c piefi , & la Citta fu tutta fpogliata d’ogni ricchezza Se fu danza per li detti Gotti Se Vandali & Ungati. Et poi che Totile l'hebbe così confumata di gente & d’havere, comandò che fodè dtftiutta, & aria & guada, Se non vi riinanedè pietra fopra pietra; & così fu fatto, fe non che dallo Occidente rimafe una delle torri che Gnèo Pomoeo havea edificata, Se dal Settentrione—
                                    & Mezo giorno una delle porti , & infra la— Città pi etto alla porta, cafa live domo, interpe-triamo il Duomo di San Giovanni chiamato prima cala di Marte. Et di vero mai non fu difi-fatto, nè fi disfarà in eterno , fe non al dì del Judicio : cosi fi trova fcritto nello fmalto di detto Duomo Et ancora vi rimafero l’altre torri, overo templi legati per alfabetto, che così troviamo in antiche Croniche, le quali non fapoia-mo interpretare : ciò fono S. & cafa P. a caia-n : 5 nattro por,u havea la Città, & VI. posilo no t-- mjdi, maravigH°fa fortezza erano alle porti Et l’Idolo dello Iddio Marte , che i 1 rentini levarono del tempio, Se pofero fopra
CAPO PRIMO.
            Elli anni di Chjrifto CCCCXL. al tempo di Santo Leone Papa, Se di Teodofio, & Valentiniano Impera-dori, nelle parti d’Aquilone fu uno ■ —     » Re di Vandali, Se di Gotti, che fi
chiamava Bela, fopranomato Totile. Quelli fu barbaro, Se fenza legge, Se crudele di coilumi Se di tutte colè, nato nella provincia di Gotia,
Se di Svetia , Se per la fila crudeltà uccife il fratello, Se molte nationi di genti fi fottopuofe per fua forza & fignoria. Poi fi difpuofe di di-ftruggere, & confumaie lo’mperio di Roma-,
& di disfare Roma , Se così per fua forza & fignoria raunò innumerabile gente del fuo pae- B fe, 8t di Gotia & di Svetia , Se poi di Panno-hia, cioè Ungaria , Se di Danefmarche per entrare in Italia. Et volendo paiate in Italia, da’ Romani, Se Borgognoni, Se Francefchi fu (a) contrattato, Se grande battaglia contra lui fatta nelle contrade di Lunia, cioè Frioli Se Aquilea, con la maggiore mortalità che mai folle in una battaglia dall’ una parte Se dall’ altra ; & fu vi morto il Re di Borgogna; Se Totile fu rotto Se foonfitto, Se tornoifi in fuo paefe con la gente, che li era rimafa. Ma poi volendo feguire fuo proponimento di diftruggere lo Imperio di Roma, ratinò maggiore efercito di gente che prima, Se venne in Italia; Se prima fi pofe a afis-dio alla Città d’Aquilea, & ftettevi per tre an ni, poi la prefe, & dittrulfe, & arfe con tutta la gente : Et intrato in Italia , per limile modo diltrufTe Vicenza , Brefcia, Bergamo, Milano,
& Ticino , & quali tutte le terre di Lombardia , làlvo che Modena per li meriti di Santo Geminiano, che nera Vefcovo, che per quella Città trapalando con fua gente , per miracolo d’iddio non la vide, fe non quando ne fu fuori , Se per lo miracolo la lafoiò che non la di-itruiTe; Se diftruffe Bologna (b), & così quali tutte le tene di Romagna (c). Et poi traoal-fando in Tofcana , trovò la Città di Firenze-poderofa Se forte . Udendo la nominanza di quella, Se come era edificata Se habitata per li Romani , & era camera dello Imperio di Ro-ma, Se come in quella contrada era morto Ro-dogalo Re de Gotti fino predeceifiore con così grande moltitudine d’efercito , come adrieto è fatta mentione, comandò che folTe alTediata & pm tempo vi flette intorno; & vedendo che per afièdio non la potea bavere, impero (d) ch’era fortini ma di mura & di gran folli & torri , & t molta buona gente, per lufinghe Se inganno & tradimento s ingegnò d’haverla in quello mo-do- A"}2.1 !j,ore.ntim have-ano continua guerra con Piiloja ; Totile fi rimafe di guallare intorno alla Citta, & mando dicendo a’ Fiorentini, che volea effere loro amico , & in loro lèrvigio di-fcuggere la Citta di Piftoja , dimoftrancfo loro
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( c ) Romagna diftruffe . Et poi ( d ) ìmpetcìochè e così altrove ' V e ) e fangumofa t
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