XC1V VITA intereflì, e agli affetti de’privati che fono del corpo del Governo; in particolare per i benefizi Ecclefiaftici, e per le caufe di quello genere , e la patitone non accechi . Che percio diceva il Padre : avere la Serenijfima Repubblica neceffìtà fempre d un Teologo, e Canoni-ftaz di che anco poco avanti il fuo fine fece una fcrittura pubblica. Ma a’fuoi diceva liberamente: non poter effer abile a tal fervido, fi non chi ha poflo fitto il piede la Speranza > e i timori . Le ragioni del qual detto faranno bene intefe da chi s’intende di governo, e fa effere imponìbile trovarli un corpo- così unito al pubblico bene,, che in quello non villa chi odi, e minacci, e perfeguiti ancora-fe apprende che alcuno fi opponga a’fuoi di.fegni di privato comodo, per neceffaria ,. chiara, e giufta che fia 1’ oppofizione. Il che-ha più luogo nell’ Ariftocrazie. L’ardore-, e la totale fua dedicazione, dopo Dio, al fervizio» pubblico s-’ argomenti da quello , che fu Tempre rifoluto di non volere , che per fua caufa nafeeffe controverlia . Sotto Paolo V, non vi fu altra occafione; poiché fi pofè tutto in filenzio, come fi confiderò- di fopra. Ma creatogli focceffore Gregorio XV. intefe il Padre i ragionamenti da lui tenuti cogli Ambafciatori Veneziani mandati a complire : che mai farebbe fiata buona pace tra la Repubblica, e la Sede ^ippoffolica , fino che quella fi valeffi dell’ opera del Padre. Per lo che egli in quell’età, ormai cadente fir rifoluti(fimo-, piuttofto che nafeeffe dilparere, non folo ritirarli dal fervizio; ma, fottiaendofi all’ira del Papa, quando avelie perfeveraro,. ( come fi rimoffe dalla fua fintali»,. e più. non ne parlò; come era fua natura non infiftere troppo ne’negozj, e forfè in quello non era portato» da fe, ma fpinto da altri; o perchè fi fentì fir una rifpofta breve, ma più lignificante, e rifoluta, che non avrebbe afpettato ) di ritirarli anco dallo Stato Veneto. E perchè il difporre di fé, come fogliono gli animi grandi, nè la cofcienza, nè la religione lo permetteva ; e il paffare in paefe di Protefianti farebbe fiato efporfi alle calunnie; e in. altri Stati, ove la Corte, e gli Ecclefiaftici fatano ciò che lor torna a conto, era ui» efporfi lenza prudenza di nuovo a’Ioro filli, o veleni, rifolvette di. paffare in Levante, in Con-fiantinopoli, o in altro luogo, e ne fece la preparazione . Volle da> alcuni pratici de’viaggi > e particolarmente da un Ebreo, che per terra l’aveva più volte fatto intendere diftintaraente ogni cofa... Ebbe anco mezzo d’aver un paffaporto dalla Porta per i-pericoli nel viaggio, febbene poi non pafsò più avanti. Rifolvette anco-di rilèrvare le lue provvifioni delle quali andava creditore; ove avanti le fpendeva, donava, faceva limofina , lenza ritenere punto ; e fu la fomma che poi reftò al Convento di circa mille ducaci ; e in» fomma aveva tutto in- pronto di fottoporfi ad ogni avverfa fortuna , piuttofto che per fua caufa doveffe la fua Patria, e il Tuo Principe-, a cui aveva con tanta fode fervito, ricever difgufto; cod tutto che folle