XC VITA praticato in altro efempio , certo no , nel grado che dopo è fuc-celio in quelli due Signori; dopo aver portate varie belliflime dottrine delle amicizie, ordinò a Maeftro Fulgenzio di tradurgli nell’ Italiano dalla lingua Francefe il faggio di Michiel di Montagna dell’amicizia . Il che fatto , non fi può dire quanto folle grato a quei Signori , trovando ne’loro cuori , e negli affetti , non folo quelle condizioni dell’amicizia di quel grapde uomo , con sì rari efempj polle per una idea d una perfetta amicizia ; ma d’averle anco di gran lunga trapaliate . E pure era folo a fabbricarli quella mole, che poi nel genere di virtù civile è prevenuta ad edere l’ottavo de’miracoli; le cui preparazioni furono infiniti non ordinar; ufficj vicendevoli; il fondamento una fede, e ficura confidenza di tanto poter creder all’amico, quanto a fe medefimo; la corruzione di una carità che ha fatti vedere quegli eccelli nel Signor Marco, di poter in un momento, non per gradi , fpogliarfi di quei mali, ed inveterati abiti de’vizj di giuoco , e di lafcivie, ed altri, che l’avevano ridotto a miferabili fortune ; per non effer dannofo alla facoltà di cui, in virtù d’amicizia, era divenuto padrone; e nel Signor Barbarigo, con moglie e prole numerofa , di poter in vita far padrone alfoluto un altro , da tutti conofciu-to confumator del fuo, ma del folo Barbarigo fido, e ficuro amico. Ma non viffe il Padre a poter vedere di quella fabbrica il colmo impoftogli dopo colle due piramidi fcolpite dallo fcarpello di tutt’i giudiziofi col T^oti plus ultra. Perchè in fua vita vide ben in cafa del Signor Barbarigo padrone il Signor Marco , e feppe il cuore di quei Signori, i quali, avendo ftabilito negli animi l'ami' corum omnia communia , anco nell’ efterno lo potettero bene ed in tutto, e per tutto praticare. Di che, dopo la carità ( la più grande inventrice del mondo ) gli ha fuggerito il modo con proccu-ra, e Teflamenti, quanto fia lecito per le leggi . E fono arrivati quelli Signori a tal perfezione di carità, che il morire l’uno per l’altro, ch’è flato il punto riputato fupremo , nella preparazióne vicendevole, e non già in ombre; ma coll’effettivo prefentarfi a* pericoli è così inferiore all’ amor loro , che ne parlano come di cofa leggiera, e da non ne far llima , e nella quale non trovano difficoltà immaginabile . Molti hanno avuta fofpetta la durevolezza; ed il Padre, medefimo , vedendo l’ardenza del Signor Marco, n’ebbe dubbio. Ma praticato poi il Signor Barbarigo , ( fe l’animo fi dee dire un mare, rifpetto agli effetti , ed alle perturbazioni ) un mare fempre placido, ed in calma , e verfo l’amico fen-za Buffo, e rifluite , ed una eterna tranquillità , ed una mente , benché fenza profeifione che oftentaffe feienze , capace di tutte le cofe, maflime fpettanti all’umanità; mutò il penfiero, e l’ebbe per perpetua, e diffe effer la congiunzione del ferro, e dell'acciuffo, uno de' g-uali prefla la fodez^a, e l'altro l’acume : ed alle cefe dopo avvenute,