(XVI) tutta l’opera, la mente, e lo fcopo deli’Avvedano , ripartire la materia varia in capi dipinti , & ingegnarmi al portibile, che in eia-fcuno il fènlò della Storia nalca chiaro 9 o netto dagli elprerti detti della medefima, or avanzati a dirtelo con lunghe pruove, & ac-curatirtìmo ftudio, or lai ciati quà, e là s come per avventura, da chi non vi mettea gran penfiero. Or a trattare una materia, divilà in punti tanto tra fe divedi, pare, che Tufo delle lettere familiari, con cui un amico fcuopre all’altro i fènfi funi, (opra ciafcun di que* medelìmi punti-, fia il più acconcio, che ogni altra fòrta di componimento. Oltre il vantaggio, che reca fevco di variare il modo di fcrivere, fecondo la materia lo ricerca, or grave, e fèrio, ora ameno, e piacevole, : e talvolta anco faceto ; quando l’inezzia dell’ Avverlario non merita altra diporta, che la derilione, ed il dilprezzo. Mi ha anco morto a tener quello modo, faper per pruova, come, ove fi trattino colè, che niente lentono di gradevole, fe la gravità del dir leverò fi continui troppo a lungo ; la curiofità de’ Lettori quantunque benevoli )